Grande successo sabato sera, per la Terza Notte della Scienza che ha inaugurato BergamoScienza, il festival che ormai è diventato un appuntamento fisso e imperdibile per gli appassionatidi temi tecnici, di medicina, di scoperte… e per gli studenti non solo di Bergamo, anzi. Musica e intrattenimento hanno fatto da sfondo a una riflessione tutta al femminile sul mondo della scienza, con protagoniste alcune tra le più note scienziate, affiancate da volti conosciuti della televisione e dello spettacolo: la folla delle grandi occasioni ha seguito il tutto. Guarda le gallerie fotografiche
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E per ieri, domenica, è stata un’altra giornata importante al Teatro Sociale di Città Alta: da segnalare la presenza alle 17.30 del premio Nobel della medicina del 2000 Eric R. Kandel che parlerà di «Neuroscienze e psicoanalisi».
In mattinata al Sociale si sono svolti gli "Esperimenti al large Hadron Collider del Cern di Ginevra: un viaggio alle origini della materia e dell’universo". Il Large Hadron Collider è un acceleratore di particelle, attualmente in operazione al Cern, concepito e realizzato per cercare risposte ad alcune delle più importanti questioni della fisica moderna: l’origine della massa, la natura della materia oscura che tiene insieme le galassie, le condizioni dell’unificazione delle interazioni fondamentali della materia.
Alle 15.30 sempre al Sociale è stata la volta di "La storia di Ardi, la nostra antenata più antica". Yonas Beyene, archeologo e paleontologo con il geologo Giday WoldeGabriel – introduce Anna Paganoni del Museo di Scienze Naturali Caffi – hanno parlato di Ardi essendo stati parte del team dei ricercatori provenienti da tutto il mondo che ha scoperto l’Ardipithecus ramidus, meglio noto come Ardi: una specie di ominide vissuta oltre 4,4 milioni di anni fa e più antica di oltre un milione di anni rispetto a Lucy.
Alle 17.30 il premio Nobel della medicina del 2000 Eric R. Kandel. Titolo dell’incontro, ancora in Città Alta, è stato "Neuroscienze e psicoanalisi": è guardando una specie di lumaca di una trentina di centimetri di lunghezza per tre chili di peso che cinquant’anni fa il neuroscienziato Eric R. Kandel fondò le neuroscienze moderne. Grazie all’Aplysia, questo è il nome della lumaca, Kandel scoprì come l’apprendimento dipende dalla nostra capacità di rinforzare le connessioni tra i neuroni, le cosiddette «sinapsi», e non i neuroni stessi. Questa scoperta, che nel 2000 valse a Kandel il premio Nobel per la medicina, gettò le basi per quello che oggi chiamiamo plasticità cerebrale, cioè la capacità di modificare incessantemente il nostro cervello in risposta alle esperienze.
In serata la scena è stata dominata da "Homo Sapiens", un dialogo sulla storia dell’uomo, dalle sue origini alla «modernità», raccontata da chi più di tutti si è occupato di ricostruirne, attraverso il metodo scientifico, l’evoluzione e i fenomeni che l’hanno determinata: Luigi Luca Cavalli-Sforza. Il dialogo teatrale è stato condotto dal figlio, Francesco Cavalli-Sforza, che ha interrogato il padre sui momenti più significativi dello scenario evolutivo, non ultimo lo sviluppo del linguaggio, che ha consentito all’uomo di divenire, se non più saggio, certo più capace rispetto ai suoi antenati.
Per tutte le info www.bergamoscienza.it
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