Da ormai sette anni a Bergamo la parola Reggina è diventata tabù. Esattamente da quel 2 giugno 2003, data dello spareggio che costò la retrocessione in B ai bergamaschi. E’ senza dubbio questo il precedente più gustoso della squadra nerazzurra contro quella amaranto.
L’Atalanta arrivò a quella partita dopo un campionato sempre in bilico. La squadra stava pagando ancora dazio dopo gli sfortunati (a dir poco) investimenti dei vari Comandini, Saudati, Vugrinec, Dabo, Rinaldi e Taibi. L’anno prima si era salvata soprattutto grazie alle 16 reti del miglior Doni di sempre (poi convocato da Trapattoni per i Mondiali nippo-coreani del 2002). Nel campionato 2002/03, invece, si fermò clamorosamente al quart’ultimo posto in compagnia di Reggina appunto, Empoli e Modena (che si salvarono grazie alla classifica avulsa). Sulla panchina nerazzurra, per la doppia sfida-salvezza, sedeva l’ex tecnico della Primavera Giancarlo Finardi. Era subentrato a poche giornate dalla fine all’esonerato Giovanni Vavassori, proprio il "mastro Geppetto" di quel gruppo chiamato “Vava-boys” che solo due anni prima aveva stupito l’intera Italia calcistica.
La formazione bergamasca sbarcò al Granillo per la gara d’andata del 29 maggio galvanizzata dal successo all’Olimpico contro la Roma all’ultima giornata, che la salvò dalla retrocessione diretta. Quella di Reggio fu una partita contratta, chiusa a reti inviolate anche grazie ai miracoli del portiere bergamasco Taibi, e nervosa, con l’Atalanta che in vista del ritorno perse per squalifica due pedine importanti come Sala (espulso) e Doni (in diffida e ammonito). La sfida di Bergamo, inizialmente in programma la domenica alle 20.30 e poi spostata al lunedi alle 18 per un violento nubifragio, fu altrettanto tesa ma più divertente. La partenza dei padroni di casa fu arrembante, tanto che passarono in vantaggio con il difensore, prodotto del vivaio di Zingonia, Natali, al 18′ con un preciso sinistro in mischia. La Reggina reagì stingendo i denti e praticando il gioco spumeggiante del suo tecnico De Canio. Il gol del momentaneo pareggio, di Cozza, arrivò al 32′ minuto grazie ad una manovrata azione corale, con Bonazzoli a fornire l’assist decisivo. In virtù del risultato della gara di andata, il pareggio con reti premiava la Reggina. L’Atalanta si riversò così nell’area avversaria esaltando le doti acrobatiche di Belardi, decisivo in più di un intervento. Quando non fu il numero uno della Reggina ad arrivarci, ci pensa Jiranek. Suo un salvataggio provvidenziale su tiro a porta vuota di Vugrinec, al 16′ del secondo tempo. Il gol vittoria degli amaranto arrivò al 40′ della ripresa, al termine di un’azione di rimessa orchestrata da Diana e conclusa in rete, con un preciso destro a fil di palo, da Bonazzoli, che rese vano ogni tentativo di rimonta nerazzurra. Morale: Atalanta in Serie B e Reggina salva.
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