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La curiosità

Petteni senza posto in prima fila s’infuria con i suoi fotogallery

Il segretario regionale al convegno della Cisl di Bergamo non trova un po' in prima fila nel pubblico e si arrabbia. "A che me so mia scemo..."

"Io, padrone di casa, senza posto in prima fila? Mai…" Questo deve aver pensato Gigi Petteni, a capo della Cisl lombarda, entrando nell’aula 5 dell’Università a Sant’Agostino, per il convegno organizzato dalla federazione provinciale in occasione del sessantesimo compleanno del "suo" sindacato. Petteni non era tra i relatori del convegno al quale hanno partecipato anche Pietro Ichino e Raffaele Bonanni. Ma è arrivato comunque, si è mosso su e giù, velocemente, tra le file di poltroncine, ha fatto un po’ gli onori di casa finchè l’occhio non gli è caduto sulla prima file del pubblico. Tutta occupata. Non una poltroncina per lui. E’ uscito, di fretta. E fuori è iniziata la sfuriata, toccata al malcapitato di turno, ovvero a Patrizio Fattorini, che stava nella segreteria provinciale con Petteni e lo è anche ora con Piccinini. Sotto il porticato di Sant’Agostino il focoso capo lombardo e bergamasco ha dimostrato tutta l’intenzione di andarsene. "Ma no, dai, Gigi, ‘ndo et?" ha cercato di replicare Fattorini. "A che me so mia scemo, so mia prope scemo de sta lè in segonda fila…", ha ribattuto ancora il Petteni furioso. Voleva la prima fila, il segretario lombardo, e non l’ha trovata. Per questo si è scaldato. "Me so ol segretare de la Cisl Lombardia, capit?" ha ribadito, e ha poi lasciato Sant’Agostino. Finchè l’amico Fattorini non l’ha inseguito, cercato e fermato. E se l’è riportato nell’aula universitaria sotto braccio, facendogli liberare naturalmente un posto in prima fila, tra il presidente di Confindustria Carlo Mazzoleni e l’assessore alle Attività produttive di Bergamo Enrica Foppa Pedretti. Mica scherzi, il posto che Petteni merita, anche solo per poter annuire in modo convinto alle parole di Ichino, anche solo per potersi alzare e andare un po’ a consultarsi, sotto i riflettori, con il segretario Raffaele Bonanni. E la sfuriata è già dimenticata.

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