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La sorpresa

“Evviva! Un controllore mi ha vidimato il biglietto”

"Finalmente, dopo mesi, la sera del 24 Agosto, sul trenino per Brescia delle 20.07, un eroico e temerario controllore ha vidimato il mio regolare documento di viaggio".

Egregio Direttore,
con grandissima gioia e commozione Le comunico che finalmente, dopo mesi di assoluto abbandono, la sera del 24 Agosto, sul trenino per Brescia delle ore 20.07 in partenza dalla ridente cittadina bergamina, un eroico e temerario controllore ha vidimato il mio regolare documento di viaggio!!
Data la noiosa pioggerella ho preso posto nelle vetuste carrozze con largo anticipo e notando improvvisamente un fuggi fuggi quasi generale dalle stesse ho temuto il peggio, pur sapendo per certo che il claudicante trenino non rientra negli obbiettivi sensibili protetti militarmente dai vigliacchi attacchi di Al Qaeda.
Invece la causa di tutto il trambusto era da addebitarsi all’anomala presenza a bordo di un anziano ma gagliardo controllore ferroviario che, con modi garbati e tanto ottocenteschi, invitata ad esibire il prezioso tagliando di viaggio e nel contempo esortava con severa ma educata fermezza agli sprovveduti, la maggioranza, a munirsene alle apposite biglietterie e, dopo aver percorso solennemente tutto il trenino, l’audace e professionale controllore ha raggiunto altro convoglio in partenza.
Usando spesso e volentieri la ferrovia per recarmi nella pia città di Bergamo, per affari e gaudio, l’assenza di controlli del biglietto di viaggio mi ha sempre disturbato parecchio, anche perchè Trenitalia non naviga certo nell’oro, ma civilmente l’acquisto e la vidimazione del tagliando sono sempre stati per me una priorità di viaggio, malgrado le scarse rivendite autorizzate e le famigerate obliteratrici sovente rotte o malfunzionanti.
Un dubbio sulla Italica negligenza nei controlli da tempo ha trovato spazio nella mia mente ed è inerente alla massiccia presenza a bordo di viaggiatori stranieri.
Evidentemente la sagace Trenitalia, facendo due semplici conti, ritiene che il lasciare pagare tranquillamente il biglietto ai poveri e timorosi utenti autoctoni ed il chiudere entrambi gli occhi sull’evasione contributiva della stragrande maggioranza multirazziale della propria utenza giovi sia all’incolumità stessa dei controllori che al rispetto dei già strampalati orari di viaggio, inoltre se ad ogni fermata gli sprovvisti di biglietto fossero costretti a lasciare il trenino, i più non parlanti l’Italica lingua, si avrebbero certamente rivolte, tumulti e risse sia sui vagoni che sulle affollate banchine ferroviarie.
Il viaggiare unitamente a questo chiassoso ed esuberante crogiuolo di razze aliene alla mia non mi disturba, mi irrita il sapere che questa variopinta moltitudine di non paganti irride beffardamente il giusto e doveroso pagamento del biglietto da parte di tutti gli onesti utenti, Italici e non.
Inoltre il costo talmente esiguo del viaggio lascia perplessi sul suo mancato pagamento, ma i furbi clandestini ferroviari si sentono ospiti graditi a cui tutto è dovuto, dimenticandosi che la maggioranza di loro ha trovato rifugio in Italia in fuga dai propri paesi d’origine, retti solitamente da brutali regimi totalitari in cui il solo viverci è molto pericoloso, figuriamoci il non pagare un misero biglietto ferroviario.
Che fare allora?
La risposta è semplice, NIENTE.
Lasciare che il degradante meticciato culturale avanzi fino a che, inevitabilmente, arrivando al punto di non ritorno, la reazione civile, spontanea e popolare dell’indigena utenza raddrizzi la drammatica situazione.
Per ultimo delego Bergamo News a contattare la tentennante Trenitalia, per conferire allo stoico controllore della stazioncina di Bergamo il Cavalierato al Lavoro, assumendomi l’onore ed il privilegio di riconoscerlo tra i suoi meno solerti colleghi.
Distinti saluti
Bertana da Barbariga
 

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