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La lettera

“Brutta Atalanta quella vista a Varese Ma peggiori sono state le analisi”

Un tifosi scrive a Bergamonews dopo la deludente prestazione dei nerazzurri e sottolinea come le reazioni siano state troppo morbide. "C'?? troppa euforia nell'aria".

Caro direttore,
approfitto volentieri dello spazio che Bergamonews concede ai suoi lettori per un commento sulla deludente, voglio essere buono, prestazione dell’Atalanta a Varese e sugli sconcertanti commenti che ho letto dopo la partita. 
Anzitutto, la squadra ha disputato una partita molto lontana dagli standard che noi tifosi ci attendiamo. In difesa si sono corsi due-tre pericoli incredibili. A centrocampo non si è vista un’idea che è una. In attacco ha vinto l’evanescenza. E fin qui, passi. Capitano le giornate storte. Non è la prima, non sarà l’ultima. 
E’ ben più grave quel che si è sentito e letto dopo. A cominciare dall’analisi della gara dispensata ai giornalisti dall’allenatore Colantuono. Il quale non è riuscito ad andare oltre che una messa in stato d’accusa di un terribile avversario, il dodicesimo "uomo" in campo: il vento. Una giustificazione pietosa e penosa, sol se si pensa che le folate hanno penalizzato entrambe le squadre. Perchè una sola ha fatto una figura barbina? Non è che c’entrano le scelte del tecnico? Quel buttare la palla in avanti in alto non è qualcosa che abbiamo già visto in passato? Il folgorato sulla via di Zingonia fa praticare alle sue squadre un gioco muscoloso, di forza, senza quegli schemi che Del Neri ci ha fatto tanto apprezzare. Si sapeva che la serie B ci avrebbe regalato un tasso tecnico scadente. Colantuono sembra il perfetto filosofo di questo triste spettacolo. Tant’è che si dice soddisfatto di un punto conquistato con una prestazione che nemmeno nel funesto campionato scorso ci siamo sorbiti. 
Sarebbe bene che qualcuno richiamasse l’allenatore ad avere maggior rispetto dei tifosi e di chi vede le partite. Un ruolo che dovrebbe toccare anzitutto ai giornalisti. Ma non ci sono speranze se ci si imbatte in articoli come quello che ho letto sul principale quotidiano bergamasco, dove a Colantuono, per fare un esempio, è stato dato un 6 in pagella con la seguente motivazione: "mezzo voto in più perchè non ha perso". Un delirio. Neanche il più stupido e accecato dei tifosi sarebbe arrivato a tanto. 
Mi sbaglierò, ma ho sempre creduto che i giornalisti dovrebbero fare valutazioni oggettive, serene, senza condizionamenti di alcun tipo. Sto sempre più rendendomi conto, invece, che non c’è alcuna differenza tra chi scrive su un giornale e l’avventore di un bar sport. L’unico differenza è che i primi salgono sul piedestallo, squadernano libri (che probabilmente non hanno nemmeno mai letto) e pontificano, mentre i secondo conoscono la modestia e la estemporaneità dei loro giudizi. 
Non voglio tediarla troppo, direttore. Conceda un po’ di spazio ad un tifoso che non riesce a condividere l’euforia che si è diffusa in terra bergamasca da quando è sceso tra noi atalantini un Messia di nome Antonio. La storia insegna che la rana a furia di gonfiarsi scoppia. Noi bergamaschi andiamo fieri della nostra capacità di lavorare sodo senza perderci in voli pindarici. Ho l’impressione che la voglia di riscattare un’annata tremenda abbia spinto troppa gente ad esagerare dall’altro lato. 
Da questo punto di vista la partita di Varese, che fortunatamente ha comunque fruttato un punto, può costituire un campanello d’allarme. Speriamo che chi ha ancora due orecchie sane lo ascolti e si rimetta in riga. Anche se, lo confesso, non sono per nulla ottimista. 

Andrea Locatelli  

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