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I dati

Bergamo, cresce il consumo di coca “Prevenzione? Serve pragmatismo”

Laura Tidone, responsabile del dipartimento Dipendenze dell'Asl, spiega tutte le iniziative di prevenzione messe in campo in Bergamasca.

“Negli ultimi anni purtroppo il consumo di cocaina è aumentato nella popolazione giovanile come in quella adulta”. Il dipartimento di Dipendenze dell’Asl di Bergamo è da sempre impegnato contro la diffusione di droga e l’abuso di alcol nei locali. Una battaglia difficile da combattere, anche perché trovare armi efficaci non è semplice. Il rischio, sempre dietro l’angolo, è sbagliare approccio e non raggiungere l’obiettivo: evitare che giovani perdano la vita a causa della droga o dell’alcol. Gli ultimi dati elaborati dall’osservatorio parlano chiaro. Tossicodipendenti a parte (aumentati del 22% dal 1991 al 2008), analizzando i dati dei ricoveri ospedalieri e le schede di dimissione, emerge che per la cocaina si è passati dal 7% al 22% nel 2008. E anche i ricoveri con diagnosi correlate al consumo di polvere bianca passano dal 25% al 59%. “Siamo partiti tanti anni fa con il progetto denominato “Popper” – spiega la dottoressa Laura Tidone, responsabile del dipartimento – grazie al quale abbiamo iniziato una collaborazione intensa con i gestori dei locali e delle discoteche. Un’altra iniziativa che ci ha dato molte soddisfazioni è “Questa notte guido io”: viene regalato un ingresso gratis al “guidatore scelto” che dimostra a fine serata di non aver bevuto alcolici con il test dell’etilometro. La risposta dei ragazzi è stata positiva, hanno aderito in molti”. In ambiti delicati come la prevenzione il minimo errore viene pagato caro. “Bisogna essere pragmatici: diminuire l’incidentalità. E per farlo bisogna entrare anche nella mentalità dei ragazzi. A volte distribuire volantini fuori dalle discoteche o massicce campagne sbagliate possono portare all’effetto opposto di quello desiderato. Se tu dici a un adolescente di non fare una determinata cosa c’è il rischio che il divieto si trasformi in un invito alla trasgredirlo”. I dati sono sempre allarmanti, il lavoro del dipartimento richiede un continuo aggiornamento anche sui metodi di prevenzione. “Siamo capofila di un progetto che insieme a Inghilterra, Danimarca e Germania farà una valutazione sull’efficacia dei vari metodi che sono stati sperimentati in Europa. Abbiamo avuto questo importante finanziamento grazie all’esperienza del nostro dipartimento”.

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