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La lettera

“Anche al Mascheroni studenti umiliati Vale la pena studiare così tanto?”

Dopo il caso al liceo Lussana, uno studente del Mascheroni ci scrive per raccontare il comportamento dei professori durante le prove della Maturità.

Dopo il caso al liceo Lussana, uno studente del Mascheroni ci scrive per raccontare il comportamento dei professori durante le prove della Maturità.

Salve a tutti i gentili lettori,

Sono uno studente di 5a del liceo scientifico Lorenzo Mascheroni e in questo articolo mi voglio rivolgere allo studente della classe 5 H della scuola superiore Lussana, autore della lettera di protesta rivolta contro la propria commissione d’esame alla maturità 2010 che, a quanto pare, lo ha umiliato e penalizzato insieme con la sua classe.
Scrivo appunto perché quando ho letto ciò che era accaduto a lui mi è sembrato di rivivere gli avvenimenti del mio (e dei miei compagni) esame di maturità, e mi sono quindi reso conto che situazioni di questo genere non sono affatto poco comuni.
Può accadere, in pratica, che alcune commissioni di maturità siano composte da professori esterni che partono con l’idea di punire e umiliare invece che di giudicare le qualità dello studente; questo atteggiamento può essere dovuto a varie motivazioni: vendetta per angherie subite precedentemente dai propri studenti, o anche per cause del tutto personali .
Passando alle prove, comunque, anche da noi gli scritti della prima prova di italiano sono stati stimati in base a valutazioni del tutto soggettive, senza che fossero presentate delle valide motivazioni alla correzione ma apprezzati soltanto in base al principio del “mi piace”: studenti di elevate capacità linguistiche e culturali si sono visti assegnare punteggi rasenti una sufficienza scarsa, mentre altri testi di alunni di medio livello sono stati visti come il frutto della mente di una capra in coma.
Vogliamo invece passare agli orali? Qui ci sarebbe così tanto da dire che potrei scrivere un intero volume! Cominciamo dai tentativi di infrazione della legge perpetrati dalla presidente: noi tutti sappiamo che, per legge, le tesine non sono obbligatoriamente da stendere sotto forma di testo. Ma a quanto pare la legge per qualcuno è un’opinione, in quanto la presidente non aveva intenzione di ascoltare nemmeno una parola delle tesi che non avessero raggiunto un numero minimo di pagine! È stato necessario l’intervento di commissari del provveditorato richiamati dai professori interni, che dopo giorni di litigi sono riusciti a riportare nella legalità la situazione. L’atteggiamento degli esterni è stato di costante diffidenza nei confronti degli interni tanto che non si fidavano a lasciarne nessuno in classe da solo. 
Parliamo invece dell’atteggiamento tenuto nei confronti degli studenti interrogati oralmente: in primo luogo l’esposizione delle tesine era quasi cronometrata (io ad esempio ho dovuto insistere per non lasciare a metà una frase) e, in ogni caso, erano spesso ignorate o comunque inascoltate. Inoltre alcuni esterni, a fronte di una situazione (per lo studente) di grande tensione, mettevano a disagio o imbarazzo l’interrogato. Spesso eravamo umiliati attraverso commenti riguardanti la nostra incompetenza e altrettante volte sorrisi beffardi piegavano le loro labbra nei momenti di nostra maggiore crisi. Talvolta si sentivano anche scoppi di risa incontrollabili che non facevano altro che mettere sempre più in imbarazzo lo studente. Al momento di assegnare la valutazione, poi, l’obiettivo era abbassarla il più possibile; a poco sono serviti gli interventi degli interni che cercavano assegnare voti in base al principio della giustizia e del merito: essi, infatti, trovandosi spesso in inferiorità numerica erano costretti ad accettare la decisione della maggioranza.
Il risultato, insomma, è stato un vero macello: voti ribassati a dismisura, ingiustizie diffuse e soprattutto un grande senso di delusione e vergogna: chi puntava al cento e lo ha intravisto solo da lontano; chi puntava a qualcosa di dignitoso ed è stato umiliato; e chi puntava semplicemente a essere promosso ed invece dovrà ripetere l’anno. A noi studenti viene da chiederci se davvero siamo così inconsistenti, se non siamo noi “quelli sbagliati”. Dopo cinque anni di sudore versato mi chiedo se ne sia valsa davvero la pena, dato che, tanto alla fine dovevo essere così punito.

Vi ringrazio per il tempo che avete versato nel leggere le mie parole e se siete d’accordo con me vi invito a scrivere e a protestare tutti quanti!

Lettera firmata 

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