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Cromo, Legambiente diffida Pirovano e Formigoni

Dopo le recenti ordinanze di chiusura di alcuni pozzi privati in via Bergamo, a Treviglio, Legambiente Lombardia ha inviato una diffida al presidente regionale Roberto Formigoni e provinciale Ettore Pirovano.




Dopo le recenti ordinanze di chiusura di alcuni pozzi privati in via Bergamo, a Treviglio, Legambiente Lombardia ha inviato una diffida al presidente regionale Roberto Formigoni e provinciale Ettore Pirovano in merito all’inquinamento da cromo esavalente nelle falde acquifere. Il testo della diffida:

"Come a voi noto ed ampliamente divulgato dai mezzi di informazione, è in corso un fenomeno di inquinamento della falda acquifera soggiacente alla bassa Pianura Bergamasca occidentale. Il fenomeno è stato individuato e monitorato a partire dal mese di febbraio 2009. In quel periodo infatti vengono resi noti i dati riguardanti un pozzo agricolo, ubicato nel territorio posto tra Ciserano e Arcene, nelle cui acque venivano misurate concentrazioni di cromo(VI) superiori a 300 microg/L. Indizi di contaminazione erano stati osservati anche in precedenza, in considerazione di valori anomali (oltre 30 microg/L), ancorchè non eccedenti i limiti di legge, riscontrati nel pozzo della frazione Battaglie di Treviglio, monitorato costantemente dopo un precedente episodio di inquinamento da Cromo(VI) manifestatosi nel 2001.
A partire da febbraio, abbiamo notizia di una attività di monitoraggio svolta da ARPA su diversi pozzi, proseguita sia pur tra diversi fermi tecnici ed incertezze fino ad oggi. Purtroppo ancora oggi sussiste incertezza circa la fonte inquinante, sebbene se ne ipotizzi una possibile – ma non necessariamente esclusiva – nella ditta Cromoplastica sita in Verdellino.
Su sollecitazione del Comune di Ciserano, ma con discutibile tempestività, la Provincia di Bergamo a partire dal giugno 2009 convoca i Comuni coinvolti. Tali convocazioni, ripetutesi ad intervalli molto dilatati (3-4 mesi), non vedono la Provincia assumere quel ruolo di ente coordinatore previsto dalla vigente legislazione regionale in materia di bonifiche per inquinamenti che interessano più comuni, e comunque non si rende parte attiva rispetto ai comuni coinvolti. L’ASL, nel corso dell’autunno 2009, richiede che vengano chiusi con ordinanza comunale i pozzi agricoli dei Comuni interessati. Nel frattempo viene impiantata a Ciserano una barriera idraulica, funzionante per captazione e successivo rilascio e diluizione in acque superficiali. I comuni, e tra questi in particolare Treviglio, segnalano l’inadeguatezza della barriera.
Come era facile prevedere, con l’innalzamento di falda conseguente alle piogge primaverili l’inquinamento accelera la sua discesa verso Sud, e la settimana scorsa vengono chiusi nuovi pozzi agricoli a Treviglio, a Sud della Frazione Battaglie. Nel frattempo un piano di bonifica approntato dal
Comune di Ciserano viene presentato, con il consenso degli altri Comuni, per il finanziamento della Regione, che prende tempo.
In pratica, e nonostante le evidenze di un quadro allarmante e pericoloso per la salute dei cittadini, riteniamo che gli enti competenti – Regione Lombardia e Provincia di Bergamo – non abbiano assunto il ruolo che la legge affida loro.
Si diffidano pertanto le amministrazioni competenti, di Provincia e Regione Lombardia, ad adoperarsi e a mettere a disposizione le relative competenze nonché le risorse economiche necessarie affinchè:
– si completi ed intensifichi il monitoraggio della contaminazione ai fini della caratterizzazione della falda e della sicura identificazione della/delle fonti di inquinamento
– si approntino le necessarie misure di messa in sicurezza, quali le barriere idrauliche, con la massima tempestività ed efficacia a fronte dell’evidente insufficienza delle misure in essere
– si provveda ad istruire le necessarie pratiche e a finanziare l’opera di bonifica proposta dal comune di Ciserano per conto dei Comuni interessati
– la Provincia assuma a pieno titolo il ruolo di coordinamento ai sensi e per gli effetti della legge regionale…
Ove tali condotte non venissero poste in atto con la dovuta tempestività, la scrivente associazione si riserva di intervenire presso le più opportune sedi, anche giudiziarie, a tutela della salute dei cittadini.
Ulteriori tempi d’attesa sarebbero improponibili , a fronte di un’inquinamento che si sta diffondendo . A pagare i ritardi sarebbero per l’ennesima volta i cittadini.
Intervenire ora si può e si deve . Basta con le manfrine burocratiche e politiche che hanno caratterizzato sino ad ora questa vicenda".




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