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La rivelazione

Il papa in Portogallo, mons. Capovilla rivela “Il quarto segreto di Fatima non esiste”

La parola ??fine?? sulle congetture che continuano a rincorrersi - su un capitolo ancora non svelato - la pronuncia l'ex segretario personale di Giovanni XXIII.

Papa Benedetto XVI, in volo verso il Portogallo per una visita di quattro giorni, spiega ai giornalisti come la Chiesa oggi "soffra per gli attacchi dal suo interno". "Oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori, ma dai peccati dentro la Chiesa stessa. Fatima lo aveva previsto".
A proposito di Fatima, il «quarto segreto non esiste», il Vaticano ha pubblicato ogni parola delle profezie che la Madonna consegnò, nel 1917, ai tre pastorelli portoghesi.
La parola «fine» sulle congetture che continuano a rincorrersi – su un capitolo ancora non svelato – la pronuncia mons. Loris Capovilla, già segretario personale di Giovanni XXIII e, insieme a lui, tra i primi a leggere, nell’estate del 1959, il plico redatto da suor Lucia, la veggente vissuta fino al 13 febbraio 2005.
Le dichiarazioni di monsignor Capovilla sono contenute nel libro «L’ultimo segreto di Fatima», frutto di una conversazione tra il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, e il vcapo della struttura «Vaticano» della Rai, Giuseppe De Carli. Il volume, pubblicato dalla Eri-Rizzoli, esce proprio alla vigilia del viaggio di Benedetto XVI in Portogallo ed a Fatima (11-14 maggio), ed è un aggiornamento di una precedente opera, «L’ultima veggente di Fatima. I miei incontri con Suor Lucia», del 2007. Con molte novità.
Tra esse, la più importante è proprio l’intervista a Capovilla, oggi vescovo novantenne, un miracolo di lucidità, che vive a Sotto Il Monte, in provincia di Bergamo. Giovanni XXIII ricevette, nel dicembre 1958, il plico con la terza parte delle profezie di Fatima: le prime due parti erano state già rese note e riguardavano lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la dittatura comunista della Russia.
Capovilla riferisce che papa Roncalli non ebbe fretta di leggerne il contenuto, ed aspettò fino all’estate successiva, all’agosto 1959, prima di aprire il documento, durante le vacanze a Castel Gandolfo, insieme ad un gruppo di fidati lavoratori, tra cui anche il segretario personale. Capovilla conferma che il testo è lo stesso diffuso dal Vaticano del 2000, nel terzo segreto si parla di un «vescovo vestito di bianco» che cade assassinato ai piedi di una grande croce. «Questo – spiega il vescovo novantenne è parso a noi il nucleo di quella rivelazione privata ricevuta dai bambini di Fatima».
Giovanni XXIII decise di non pubblicarlo
, lasciando il compito della divulgazione ai suoi successori. Dunque, niente quarto segreto, anche se fiumi di inchiostro sono stati scritti dai «fatimisti» su profezie cupe e minacciose in cui si parlerebbe di apostasia planetaria della Chiesa cattolica e di una Roma senza fede, destinata a diventare la sede dell’Anticristo. «Quando ho sentito parlare di "quarto segreto" sono rimasto strabiliato», afferma Capovilla. «Non mi era mai passato per la testa che esistesse un quarto segreto. Nessuno me lo ha detto, nè io ho affermato una cosa del genere», ha concluso.
 

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