• Abbonati
Londra

Un alpinetum made in Italy nel tempio londinese della botanica

Il giardino “Luci e colori delle Alpi”, progettato dagli agronomi Decembrini e Zanzi, è stato selezionato insieme ad altri otto finalisti come concorrente al Chelsea Flower Show

alpinetum decembrini e zanziIl giardino “Luci e colori delle Alpi”, progettato dagli agronomi Francesco Decembrini e Daniele Zanzi, è stato selezionato insieme ad altri otto finalisti come concorrente nella Categoria “2010 Best Courtyard Garden” al Chelsea Flower Show, la britannica kermesse organizzata dalla Royal Horticultural Society a Londra. Una vasta area verde situata ai bordi del Tamigi, nel cuore della metropoli, ospiterà dal 25 al 29 maggio prossimo la manifestazione che propone annualmente le ultime tendenze in fatto di giardinaggio ed orticultura, dalle produzioni florovivaistiche più nuove e raffinate, ai progetti più esclusivi proposti da famosi “disegnatori di paesaggio” provenienti da tutto il mondo. La manifestazione, che esiste sin dal 1833, è diventata uno degli appuntamenti sociali più ambiti dalla buona società britannica, e ogni anno sul suo “tappeto verde” si fanno notare celebrities e vip. Da questa rassegna di colori e profumi, i visitatori potranno trarre numerose ispirazioni per il proprio hobby visitando le varie zone dedicate a giardini, orti, e fiori, ma anche alimenti biologici, tempo libero, salute.
Decembrini e Zanzi, con “Luci e colori delle Alpi”, ci invitano a vivere l’emozione di un momento, quello che possiamo provare quando, uscendo dalla baita in legno annerito, di mattino presto in alta quota, siamo circondati da una silenziosa e rarefatta atmosfera: allungate verso la luce, timidamente prostrate tra le pietre ed i licheni, oppure abbarbicate nelle crepe delle rocce, centinaia di piantine ci raccontano della straordinaria forza di radici, rizomi e bulbi che sotto i raggi del sole, al primo fondersi delle nevi, si sviluppano rapidissimamente per dare vita a un praticello di fiori dalle corolle intensamente vivaci. Un fondale di vette disegnate su pannelli a specchio circonda teatralmente il giardino, sembra quasi di stare al cospetto dello Sciliar e del Pordoi; alcune “piramidi di ghiaccio” (strutture a specchio di forma diamantina) introducono nello scenario la luce intensa e chiara tipica dei paesaggi in quota, mentre un sistema di nebulizzazione alimentato con pannelli solari simula un accenno di bruma mattutina.
Con l’ausilio di tecnologie d’avanguardia, i due progettisti hanno inteso riprodurre un perfetto ecosistema alpino, quasi un “Alpinetum”, emblema della biodiversità che caratterizza l’ecosistema vegetale dell’arco alpino, l’estesa bioregione europea che costituisce una vera e propria cerniera tra l’Europa continentale e il Mediterraneo. Una quantità di essenze alpine di oltre 50 specie diverse, tipiche del versante meridionale delle nostre Alpi, sono state selezionate con grande rigore scientifico all’interno della produzione dei più autorevoli orti botanici pubblici dal “contractor” che curerà l’installazione londinese, la Fitoconsult di Varese.
Del team  fanno parte: l’architetto Stefania Barbieri, l’agronomo Monica CastiglioniElisa Mappelli e la collaboratrice Francesca Giuliani, i progettisti sono riusciti ad esprimere in poco più di venti metri quadrati tutta la rarità e bellezza di una vegetazione che riesce ad adattarsi con caparbietà a condizioni di vita estremamente difficili in cui l’esposizione al calore, l’intensità della luce e il grado di umidità sono funzione della sopravvivenza stessa. Piante che normalmente fioriscono in un periodo lungo da aprile a settembre, verranno esibite in una unica corale fioritura magistralmente indotta per culminare nella settimana londinese. I progettisti sembrano richiamare la nostra attenzione sulla preziosità di questo momento, continuamente minacciato dai rischi a cui sono esposte le piante nel distretto alpino: la disponibilità di nutrimento, gli sbalzi climatici, le malattie, la difficoltà di propagazione, gli animali erbivori che dove passano brucano tutto, e purtroppo anche le irrispettose mani di insensibili escursionisti.
Ecco quindi che il giardino di Decembrini e Zanzi ripercorre con sensibilità protezionistica il solco della tradizione dei primi giardini alpini, concepiti all’inizio del secolo e in seguito utilizzati a scopo di ricerca scientifica e formazione naturalistica: “Luci e colori delle alpi” ripropone con precisione la disposizione delle piante così come la si osserva in natura. Zone a rilievo con piccole roccailles irregolari, piccole aree pianeggianti, terricci differenziati seconda delle diverse esigenze biologiche rupicole, garantiscono alla flora alpina quegli appropriati microambienti che consentono le maggiori possibilità di attecchimento, e di prosperare regalandoci fiori dalla intensa brillantezza. Dalle minuscole sassifraghe alte pochi millimetri, ai candidi asfodeli dagli steli alti oltre un metro, alle amatissime variegate orchidee, a genziane e soldanelle per chi ama tutte le sfumature dall’azzurro al viola, ai profumatissimi garofanini di montagna, il fascino esercitato dalle piante alpine spontanee, in molti casi rare, va ammirato con rispetto e protetto, evitandone la raccolta indiscriminata, foriera di una possibile e immeritata estinzione. Per effettuare tecnicamente l’installazione di “Luci e colori delle Alpi” i progettisti si sono avvalsi di eccellenti artigiani italiani, di origine prevalentemente trentina: una schiera di maestri falegnami e vetrai, professionisti elettricisti e idraulici, per mesi all’opera per dare corpo all’immaginazione avveniristica di Decembrini e Zanzi. È quasi sorprendente come la tecnologia in questo caso non vada affatto a discapito della naturalità del risultato, anzi i progettisti sembrano suggerirci un messaggio di riflessione sul tema dei cambiamenti climatici, che proprio nelle nostre Alpi stanno centellinando disastrosi e irreversibili danni ambientali. Possiamo e dobbiamo ridurre la nostra impronta ecologica dando priorità al risparmio di risorse energetiche con un livello di emissione di CO2 praticamente pari a zero. Ed ecco che alcuni pannelli solari e fotovoltaici, attualmente in fase di perfezionamento progettuale, verranno mimetizzati nella scenografia del giardino e trasformati in elementi in forma vegetale.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI