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“Si è arrivati al peggio Una famiglia distrutta” video

Parla l'avvocato della famiglia Trapletti, dopo la morte dell'architetto, ex sindaco, ustionato dal genero. "Minacce denunciate più volte, ma nessuno immaginava tanto".

E’ il giorno del dolore per la famiglia di Giannino Trapletti, l’architetto di 58 anni ucciso dal genero. Nella notte tra l’8 e il 9 aprile la moglie Claudiana è stata chiamata dall’ospedale Niguarda, perché le condizioni di suo marito si erano aggravate, dopo 12 giorni di ricovero. Il decesso poco prima dell’alba.
“La famiglia in questo momento preferisce non dire niente – spiega l’avvocato Cinzia Pezzotta -. E’ una famiglia distrutta, che negli ultimi mesi ha vissuto una situazione che andava lacerandosi di giorno in giorno, a causa dell’atteggiamento del marito di Tatiana (la figlia di Trapletti), che lanciava continue minacce, come abbiamo denunciato più volte. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che si potesse arrivare a tanto, ovvero al peggio. Non si capacitano di come le cose possano essere andate in questo modo”.
“Tra l’altro tutto il nucleo familiare è rimasto ferito in quella tragica serata del 28 marzo – prosegue l’avvocato -. Tatiana è ancora in ospedale. Anche fisicamente, oltre che moralmente, la situazione è davvero difficile”. La camera ardente di Giannino Trapletti sarà allestita a Berzo San Fermo, nell’abitazione dell’anziana madre del sindaco ucciso.

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