Sembra non avere fine la vicenda iniziata con le pubblicazioni de “Il Giornale” sull’ex direttore di Avvenire Dino Boffo. Oggi, 27 marzo, l’ultima puntata con un attacco del quotidiano della Cei a Vittorio Feltri, direttore de “Il Giornale”,
sospeso per sei mesi dall’ordine dei giornalisti
. Al momento della sospensione Feltri aveva spiegato di “non godere di protezioni, non essendo un prete pedofilo”. “Parole di una gravità intollerabile – secondo Avvenire – e peccato per gli uomini di governo che gli hanno tenuto bordone. Sulla bocca di Feltri sono tornate sconcezze e oscene allusioni, anche contro la Chiesa. E questo è grave. Eppure Feltri dovrebbe averlo capito: il tempo è un giudice morale inesorabile, esalta i galantuomini ed è inflessibile con gli spacciatori di fango e di menzogne. Peccato per gli uomini politici e di governo che ieri sono stati così avventati, finendo per difendere la sua pretesa di impunità e dimenticando che in questa storia l’unica vittima è stato Boffo”.
L’editoriale di Avvenire commenta anche la sospensione dell’Ordine dei giornalisti lombardi. “L’Ordine avrebbe forse potuto evitare di sentenziare su un caso così emblematico alla vigilia di una consultazione elettorale, ma nessuno può dire che questo giudizio sia arrivato troppo presto”. E ancora: “Se per Feltri c’è solo una pesante sospensione, e non una definitiva radiazione dalla professione giornalistica, non è per le cortine fumogene, ma perché in qualche modo a dicembre provò in parte a rimediare al malfatto”.
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