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Lista bruni

Zenoni: “Il progetto ripasserà al voto”

Il consigliere comunale interviene sul suo blog e con una lettera a Bergamonews sulla vicenda del nuovo progetto negli orti di via San Tomaso.

Il consigliere comunale della Lista Bruni Stefano Zenoni torna ad intervenire sul nuovo progetto di una sala espositiva per la Gamec e l’Accademia Carrara negli orti di via San Tomaso. Zenoni, sul suo blog e in una lettera a Bergamonews, sottolinea l’importanza di alcuni emendamenti approvati dal Consiglio comunale su proposta del centrosinistra e dell’impegno preso dal sindaco rispetto alla progettazione e al fatto che il progetto dovrà passare sicuramente in Consiglio comunale. non basta la convenzione approvata il 16 febbraio. L’intervento di Zenoni:

"Lunedì 16 febbraio il Consiglio Comunale di Bergamo ha approvato la convenzione con la Fondazione Creberg per avviare la realizzazione del nuovo padiglione espositivo da realizzarsi accanto alla Gamec, nell’area denominata ex orti di San Tomaso. Vorrei spiegare le ragioni del mio voto favorevole.
La Fondazione Creberg spenderà 4 milioni di euro per la realizzazione entro due anni di un padiglione di proprietà pubblica che diventerà un nuovo spazio espositivo (polifunzionale) al servizio della Gamec e dell’Accademia Carrara, uno spazio culturale complementare e diverso rispetto a quelli esistenti, inserito geograficamente in quel polo museale urbano che andrà a costruirsi tra l’Accademia stessa e la caserma Montelungo. Su quei terreni di grande pregio storico e paesistico, poco conosciuti, quasi “segreti”, il PGT prevede una cospicua espansione del Parco Suardi, circa 12.000 mq in più rispetto ai 22.000 mq esistenti. La nuova sala occuperebbe circa 1.500 mq (2.500 mq se si considerano le pertinenze dell’edificio) di tale espansione, dunque una porzione minoritaria, non compromettendo l’allargamento del parco e costituendo una possibile occasione di tematizzazione dell’area verde, in un’ottica di maggiore fruibilità. Esistono felici esempi di architetture che hanno esaltato le peculiarità di un luogo, senza stravolgerlo. Esistono anche orribili scempi, ma la questione è allora legata alla qualità dell’intervento. Il Consiglio Comunale ha approvato una semplice convenzione, mentre il progetto ripasserà al voto.
La Fondazione donatrice ha proposto al Comune un’idea, definendone i tempi (la sala deve essere pronta in 2 anni) e indicandone il luogo. Il Consiglio ha deciso, a livello di convenzione, di accettare tale dono. Preferirei senz’altro che il Comune potesse decidere liberamente come  spendere i soldi della donazione, ma ho comunque pensato che valesse la pena di accettare la proposta Creberg.
Il Consiglio Comunale è l’organo democratico della città. La protesta dei residenti, la nascita del Comitato e le molte firme raccolte contro queste decisioni fanno parte della normale dialettica partecipativa e mi inducono a rimettermi sempre in discussione, ma un referendum consultivo sulla questione, proposta sulla quale mi sono astenuto, avrebbe sollevato possibili contraddizioni e disparità. Perché un referendum locale per questa decisione e non per tutte le altre decisioni della città, coinvolgenti altri quartieri e altri comitati? Si rischia un meccanismo che, mostrando la logica inattaccabile della trasparenza, sostituisce di fatto la democrazia rappresentativa ed elettiva (sempre che ci si creda ancora) e mette sotto forte pressione le capacità organizzative del Comune.
Faccio parte di quella minoranza consiliare che non ha problemi a condividere un obiettivo con i propri avversari politici, lavorando per ottenere miglioramenti sostanziali. La votazione finale sul progetto sarà, grazie ai nostri emendamenti, una votazione reale in cui si potrà bocciare senza remore un progetto eventualmente sbagliato, senza vincoli derivanti dalla convenzione. Mi auguro di poter valutare un progetto soddisfacente. Abbiamo cancellato la possibilità che una strada a servizio del nuovo padiglione, risalendo da Via San Giovanni, attraversasse tutta l’area del Parco Suardi e della sua espansione, compromettendone qualità e unitarietà. Abbiamo spinto il Sindaco ad ottenere dalla Fondazione che finanzi una ricerca storica, fotografica e interpretativa di quest’area quasi sconosciuta, commissionata all’Università di Bergamo. Su nostra insistenza la Fondazione si incaricherà anche della progettazione dell’espansione del Parco, che avverrà in tempi più brevi rispetto a quelli previsti dal PGT (seppure per i primi 8.000 mq dei 12.000 mq finali, che verranno comunque realizzati). Per merito nostro si costituirà una Commissione Tecnica in grado di migliorare la progettazione di un edificio in grado di rispondere alle esigenze culturali della città e degli enti che se ne serviranno. La nostra proposta di indire un concorso di progettazione per la nuova sala, come richiesto dall’Ordine degli Architetti, è stata purtroppo bocciata dalla maggioranza.
Certo, abbiamo ottenuto risultati forse inutili se si è contrari alla sala in toto, buoni risultati se si crede in questa operazione, pur nel rispetto sacrosanto delle opinioni di tutti e della contrarietà di molti".

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