Il testo della Legge Finanziaria votato dal centrodestra su proposta di Calderoli prevede la 
cessazione del finanziamento statale alle Comunità Montane, anticipando l’attuazione della legge-delega sul federalismo fiscale e la riforma degli enti locali dalle quali dovrebbe dipendere anche la definizione in legge di cosa è montagna. Il 70 per cento dell’attuale fondo di funzionamento delle comunità montane è incamerato dallo Stato centrale e solo il 30 per cento dei 50 milioni tagliati è riassegnato ai comuni montani, ma solo a quelli nei quali il 70 per cento del territorio si trova al di sopra dei 600 metri di altitudine.
Una beffa per le terre alte e i loro abitanti!
Una norma assolutamente ideologica, che non risolve realmente i problemi ma li acuisce. Anziché adottare una legge di riforma armonica che garantisca le risorse che servono a poter studiare in scuole di montagna, a poter lavorare nell’agricoltura o nell’industria di montagna, a potenziare il turismo di montagna, a far funzionare i servizi pubblici, quelli sanitari e assistenziali in montagna, si scaricano sui piccoli comuni oneri pesanti come il personale delle Comunità montane, i costi dei servizi finora da essi assicurati, gli oneri dei mutui assunti a favore dello sviluppo delle zone montane. Lasciando in cambio una briciola di beneficenza ai comuni discrezionalmente individuati dallo Stato. Ecco il loro federalismo: lo Stato si tiene i soldi, trasferisce le competenze e aumenta gli oneri a carico delle municipalità.
Il Partito Democratico Lombardo lancia la sua campagna di denuncia con un manifesto dedicato alla montagna diffuso in tutti i comuni montani lombardi.
Più informazioni
commenta