• Abbonati
Il fenomeno

Furti e scassi “elettronici” ora il ladro ?? tecnologico

Dopo le carte clonate e gli impulsi per prosciugare i cambiamonete, spunta anche un aggeggio che non fa chiudere le portiere: ?? utilizzato dai topi d'auto nelle aree di servizio dell'A4. E la banda dei box usa le fibre ottiche.

Nell’era elettronica anche il ladruncolo da strada registra un’evoluzione della specie. I reati "tecnologici" sono sempre più frequenti: sulla scia delle clonazioni delle carte di credito, sport sempre praticato con successo dalle nostre parti, altri sofisticati misfatti arricchiscono la casistica dei piccoli furti con scasso virtuale.
Che la fantasia dei delinquenti sia sempre gravida lo dimostra la nuova tecnica utilizzata nelle aree di servizio per depredare i poveri automobilisti di passaggio. Nell’ultimo periodo la Stradale di Bergamo ha raccolto più di una segnalazione da viaggiatori che, uscendo dall’autogrill, si sono ritrovati la macchina ripulita senza capire come. Chi subisce il furto dà colpa alla sua sbadatezza: al suo ritorno trova le porte aperte, senza segni di scasso, come se avesse dimenticato di premere il pulsante dell’antifurto. Invece qui sta il trucco: nelle vicinanze si apposta il furbacchione di turno, che tiene in mano un aggeggio diabolico. Funziona a bassa frequenza, e in pratica "neutralizza" l’impulso del telecomando. L’automobilista pigia il pulsante, ma la serratura rimane aperta. E così il ladruncolo apre la portiera e svuota l’abitacolo. Il tutto senza fatica e senza danneggiare l’auto. Difficile cogliere sul fatto gli autori: a fine ottobre gli agenti pizzicarono un rumeno che aveva agito prima nell’area di servizio Brembo e poi nella Sebino. Ma altri furti sono rimasti senza un colpevole.
C’è anche la tecnica alternativa, più rudimentale ma ugualmente efficace: il ladro affianca l’auto appena parcheggiata, e senza farsi notare tiene la maniglia di una portiera sollevata quando il proprietario preme il pulsante di chiusura. La portiera resta aperta e il gioco è fatto.  
Proprio i rumeni, a quanto pare, sono tra i più abili nel maneggiare la tecnologia applicata al crimine: molti, dopo aver studiato ingegneria all’università, hanno deciso di monetizzare le nozioni apprese. Meno di un mese fa, a Stezzano, i carabinieri fermarono tre di questi scassinatori elettronici: avevano appena prosciugato un cambiamonete di un bar infilando nella fessura delle banconote un innalzatore di tensione.
E sempre a Stezzano e in città agisce da qualche tempo una banda che fa razzia nei box: la sera prima del colpo i ladri passano e ispezionano gli obiettivi infilando nelle fessure delle saracinesche piccole telecamere, probabilmente a fibre ottiche. Non si sa ancora di chi si tratti, ma anche in questo caso i carabinieri un’idea se la sono fatta: la mano è sempre quella dei piccoli geni del male venuti dall’est.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI