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Giornata della memoria

Lina Sastri d?? voce ai popoli oppressi fotogallery video

Al teatro Donizetti di Bergamo l'attrice ha letto brani, testimonianze, lettere sui genocidi che hanno attraversato la storia dei popoli

Il muro di Berlino è caduto vent’anni fa. Ma altri muri sono stati issati subito dopo. Sono quelli che ogni giorno, in ogni parte del mondo, s’innalzano contro il ricordo di eventi e azioni terribili. Si chiamano “Muri della memoria” e difficilmente crollano. “E sono quelli più pericolosi – ha commentato Stefano Paleari, rettore dell’Università di Bergamo in apertura dell’incontro “I muri della memoria” che si svolto mercoledì 27 gennaio al teatro Donizetti nell’ambito della Giornata della memoria che ha visto un pubblico di circa 800 studenti della scuola superiore – perché i muri fisici prima o poi si sgretolano ma i muri della memoria sono invisibili, subdoli. Memoria non significa vivere costantemente con un ricordo però è essenziale che periodicamente ci sia una testimonianza per non dimenticare un evento, un fatto”.
E la giornata della memoria serve proprio a questo. A non dimenticare la violenza e il dramma della Shoah. Ma anche tutte le violenze del mondo. “E’ importante ricordare la Shoah – ha aggiunto l’assessore alla Cultura e spettacolo, Claudia Sartirani – ma anche tutte le violenze e le persecuzioni che hanno segnato molti popoli, pensiamo anche alla Cambogia, al Vietnam. Per voi giovani è un momento per capire e non dimenticare”.
E ricordando le violenze, le persecuzioni, i genocidi “generati dai tanti muri della memoria” l’attrice Lina Sastri – in scena in questi giorni al teatro Donizetti di Bergamo nelle vesti di “Filumena Marturano” – ha letto, di fronte ad un pubblico silenzioso e composto, alcuni brani tratti da racconti, romanzi, lettere e testimonianze sui genocidi che hanno attraversato la storia dei popoli: da “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzenicyn (che passò otto anni della sua vita in un Gulag, il campo di lavoro sovietico) a “I sommersi e salvati” di Primo Levi (deportato nel 1944 nel campo di sterminio di Auschwitz e morto suicida nel 1987), da “Cantico dei cantici” di Iacovos Kampanelis (che rimase quattro anni nel campo di concentramento di Mauthausen) a “The spirit of Hiroshima” di Matsubara Miyoko (aveva docidici anni quando fu sganciata la bomba su Hiroshima). E poi “La morte non mi ha voluta” di Yolande Mukagasana (unica superteste della sua famiglia a salvarsi dal massacro dei tutsi in Rwanda nel 1994. Perse il marito e tre figli), “Il racconto di Peuw, bambina cambogiana” di Molyda Szmusiak (Peuw a dodici anni sfuggì al massacro del Khmer in Cambogia. Oggi vive in Francia con il nome di Molyda Szmusiak), “La masseria delle allodole” di Antonia Arsalan (pronipote di una famiglia armena vittima del genocidio), “Il canto del popolo ebraico massacrato” di Yitzhak Katzenelson (trucidato ad Auschwitz).
Storie ed epoche diverse quelle decantate dalla voce di Lina Sastri che ha raccontato come i muri della memoria possono continuare ad essere innalzati ogni giorno. “Per questo – ha aggiunto l’attrice – la nostra condizione di uomini liberi bisognerebbe difenderla ogni giorno, un po’ di più”. L’incontro è terminato con la proiezione del filmato “Testimoni degli abissi” che il regista Roberto Olla ha realizzato per Rai1, che racconta l’incontro tra i sopravvissuti italiani ai campi di concentramento di Auschwitz e i sopravvissuti di altri stermini più recenti ricordando le pagine più tristi della storia dell’umanità.

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