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Legambiente alto cremasco

Cava a Caravaggio: disatteso il voto del Consiglio

"Come ambientalisti, ci inquieta la prospettiva di un drammatico mutamento del paesaggio ed il venir meno di un’indispensabile risorsa per l’agricoltura"

Con atto del 12 gennaio la Giunta regionale lombarda ha deliberato a favore del reinserimento nel piano cave della provincia di Bergamo dell’ambito estrattivo Ate g 38, a Caravaggio. Lo stralcio era stato voluto dal Consiglio regionale, con un voto trasversale agli schieramenti, in considerazione degli enormi danni ambientali che avrebbe causato l’escavazione di sabbia e ghiaia direttamente in falda. Il prosciugamento di fontanili posti a valle (tra i quali rientra quello da molti ritenuto “sacro” del Santuario) e la distruzione dell’oramai secolare sistema irriguo della pianura sarebbero inevitabilmente seguiti ai lavori di cavatura del materiale da un sito idrogeologicamente così delicato come quello di Caravaggio.
Il sindaco di quella municipalità, beato lui, non se ne preoccupa e sostiene che prosciugata una fonte, si può trovare il modo di procurarsi l’acqua altrimenti. Insomma, “morto un papa” se ne fa’ un altro. Peccato che le risorse idriche non siano inesauribili e che proseguendo lungo la strada dello sfruttamento sconsiderato, un ampio lembo della Padania sia destinato non solo a cambiare volto, ma a sprofondare nel degrado. Con pragmatismo (??), qualcuno risponderà che non c’è problema, basta spostarsi. Dove migreremo? Nell’Africa Sub-Sahariana, o direttamente su di un altro pianeta?
Anche il Presidente della provincia di Cremona, si dice tranquillo e fiducioso: noi, come la stragrande maggioranza dei cittadini, non lo siamo affatto. Come ambientalisti, ci inquieta la prospettiva di un drammatico mutamento del paesaggio ed il venir meno di un’indispensabile risorsa per l’agricoltura dell’Alto cremasco. Come cittadini ed elettori, ci disturba constatare che la volontà dei nostri rappresentanti in Consiglio regionale è stata completamente ignorata, e senza alcuna plausibile motivazione.
La maggioranza degli eletti, senza riguardo ai partiti di appartenenza, aveva deliberato di stralciare il sito di Caravaggio dal piano cave; il Tar, al quale l’impresa interessata era ricorsa, aveva chiesto di meglio motivare tale deliberazione: la Giunta, con proprio, autonomo atto di reintegro del sito estrattivo, ha palesemente disatteso tanto le decisioni prese in Consiglio quanto le indicazioni specificamente espresse dalla giustizia amministrativa.
Legambiente dell’Alto Cremasco, assieme a enti, istituzioni, associazioni, amministrazioni locali e rappresentanti della Chiesa che vorranno ancora una volta impegnarsi per la salvaguardia delle caratteristiche e dell’identità del territorio, metterà in campo tutte le iniziative possibili volte ad impedire la scellerata realizzazione di una cava che, localizzata in falda, non solo danneggerebbe irreparabilmente l’ambiente, ma, con tutta evidenza, si porrebbe anche in contrasto con fondamentali norme di tutela delle risorse idriche previste dal diritto comunitario e nazionale, e formalmente integrate nella stessa legislazione regionale.
Per il Circolo Legambiente Alto Cremasco 
Il presidente, Oscar Stefanini
La segretaria, Stefania Licini

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