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La polemica

Calderoli contro Tettamanzi: non parla alla sua gente

E' scontro tra il ministro e il cardinale di Milano all'indomani del violento attacco sferrato da La Padania ("Ma ?? un vescovo o un imam?"). Il leghista orobico rincara la dose: ?? come mettere un sacerdote mafioso in Sicilia.

«Sono sereno, in questo momento riscopro il dono della libertà che trova radice e forza nella responsabilità». Così l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha commentato, subito dopo la messa solenne per Sant’Ambrogio nella basilica dedicata al patrono di Milano, gli attacchi della Padania e del ministro Calderoli. «La mia bussola – ha aggiunto – è la parola del Vangelo e le esigenze profonde stampate in ogni persona». Commentando l’affermazione di Calderoli secondo cui l’arcivescovo è lontano dal territorio, ha replicato: «Non so se c’è ne è un altro in così alto loco che stia così in mezzo alla gente». Subito dopo la messa il cardinale è stato avvicinato da molte persone che lo hanno salutato. 
Nell’omelia Tettamanzi ha lanciato un invito alla «serenità e responsabilità» per i vescovi e i presbiteri: così ha ‘letto’ le parole del patrono. Ha sottolineato la figura del Buon Pastore e il suo compito di proteggere e custodire il gregge dai lupi che Ambrogio individuava negli eretici: «Non sono forse da paragonare a codesti lupi, gli eretici, i quali stanno in agguato presso gli ovili di Cristo, e fremono attorno ai recinti più di notte che di giorno? È sempre notte per gli increduli, i quali, per quanto è loro possibile, si danno da fare per offuscare e oscurare la luce di Cristo con le nebbie di interpretazioni sinistre». 
La festa milanese cade in mezzo a un nuovo momento di tensione tra l’arcivescovo e la Lega. Domenica è uscito sulla Padania l’ennesimo articolo polemico e lunedì su Repubblica un’intervista al ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. «La grande capacità della Chiesa territoriale dovrebbe essere la vicinanza con il territorio. Tettamanzi con il suo territorio non c’entra proprio nulla – dice Calderoli -. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia. Perché non è mai intervenuto in difesa del crocifisso? Perché parla solo dei rom?». Lo stesso leader della Lega Umberto Bossi ha preso le distanze dalla posizione del giornale del partito che si chiedeva se Tettamanzi fosse il vescovo o l’imam di Milano. E l’omelia è stata dedicata proprio ai vescovi, partendo dalla testimonianza di un testo di Sant’Ambrogio: «Da questo testo emerge la fisionomia pastorale propria dei vescovi. Ad essi è affidata, come da preciso incarico, la cura, la custodia del gregge, ossia del popolo di Dio. È una custodia che comporta di riunire il gregge e in particolare di vigilare sul gregge e cosi difenderlo dagli assalti delle bestie spirituali, ossia dagli errori di quei lupi rapaci che sono gli eretici». 
Prende decisamente le difese di Tettamanzi la fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini. «I fustigatori, i tronisti e i Torquemada sono arrivati come un orologio (e un referendum) svizzero – scrive il direttore Filippo Rossi sul sito Ffwebmagazine.it -. I demagoghi mandano via il prete dall’altare, ne prendono il posto, fanno un comizio e la chiamano predica». Li definiscono "cristianisti" ma in fondo sono semplici bestemmiatori, mercanti di paura che cacciano Gesù dal tempio, svuotando la fede di qualsiasi senso religioso». Anche il ministro per l’Attuazione del Programma Gianfranco Rotondi si schiera dalla parte dell’arcivescovo di Milano: «Sono un estimatore entusiasta delle virtù politiche del collega Calderoli, meno, naturalmente, di quelle teologiche; per cui mi affretto a esprimere stima a Tettamanzi». 
Dall’opposizione il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione parla di «attacchi inaccettabili e incomprensibili»: «Ci stringiamo intorno al successore di Sant’Ambrogio e San Carlo che esprime i valori fondanti della comunità cristiana milanese. La Lega sbaglia a usare il cristianesimo e il crocifisso come un’arma». Pierluigi Castagnetti del Pd fa appello ai parlamentari cattolici del Pdl: «L’aggressione al cardinale non è solo un problema politico o, come si dice, di civiltà dei rapporti. Calderoli è ministro e dunque è un problema del governo. Il presidente del Consiglio e i parlamentari cattolici non hanno nulla da dire?». Sempre dal Pd Filippo Penati dice che «le affermazioni di Calderoli sono gravi e sbagliate. Ridicolo appare il tentativo di far apparire Tettamanzi estraneo alla sua comunità: è vero il contrario. La Lega e Calderoli cercano di sfuggire i problemi e di scaricare le colpe su chi richiama cittadini e amministratori alle proprie responsabilità».

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