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Il provveditore lombardo

“Cari insegnanti, imparate da Facebook”

Giuseppe Colosio ha incontrato i dirigenti scolastici di Bergamo: ha difeso la riforma della secondaria e ha chiesto una scuola, più snella: "Via le succursali".

Sì alla riforma nella scuola secondaria. “Perché traduce in modo semplificato il meglio della sperimentazione degli ultimi trent’anni”. Lo sostiene il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Lombardia Giuseppe Colosio che giovedì 12 novembre ha incontrato i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado all’Istituto “Quarenghi” di Bergamo per discutere dei tanti cambiamenti che interessano il mondo della scuola.
E coglie subito l’occasione per sferrare qualche colpo agli insegnanti, a suo dire troppo ancorati ai libri di testo, lontani dal mondo dei giovani e fedeli ai propri “spazi” e metodi. “Se vogliono davvero parlare ai ragazzi, arrivare alla loro mente bisogna procedere in maniera diversa. Oggi Facebook bypassa la scuola. Abbiamo studenti digitali. Questa è la realtà da considerare” sottolinea Colosio. “Io avrei ridotto ancora di più il tempo nella scuola perché bisogna partire proprio da quello che lo studente vive fuori: il 70% delle informazioni che un giovane riceve arrivano dall’esterno. Bisogna lasciare agli studenti il tempo per far proprie queste informazioni. I docenti devono capirlo”. E incalza. “Il dirigente scolastico non è il passacarte dei docenti ma deve far passare questi provvedimenti”.
E sui nuovi indirizzi Colosio frena. Meglio pochi ma buoni. “La corsa ad accaparrarsi gli indirizzi è la premessa per il declino di una scuola. Tutte le grandi scuole sono semplici negli indirizzi”. E aggiunge: “Non ci sarà nessun rischio di estinzione, nessuno perderà il posto il problema se mai è come l’insegnante avvalorerà il suo ruolo. Bisogna capire che la riforma non cambia la materia d’insegnamento, i suoi contenuti ma introduce elementi nuovi nel ruolo dell’insegnante”. Bisogna ripensare il modo d’insegnare, insomma. Che non deve essere strettamente legato ai libri di testo e alle interrogazioni ma che sia attento allo studente, al suo mondo e al suo modo di comunicare. Puntare sulla qualità è l’obiettivo. Che può voler anche dire stabilire semplicemente il numero delle iscrizioni. E Colosio incalza nuovamente. “Bisogna abolire tutte le succursali anche in provincia di Bergamo. E’ finito il processo di ingolfamento della scuola. Tenere aperte molte succursali significa non poter controllare le attività scolastiche. Ogni scuola deve calibrare il numero degli ingressi degli alunni, anche a costo di lasciar fuori qualcuno. Perchè altrimenti il rischio è la caduta della qualità della scuola stessa ”.

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