Il ministro Claudio Scajola non s’è visto, nonostante gli annunci dei giorni scorsi. Al suo posto al ministero per lo Sviluppo economico, quattro funzionari (anche del Welfare) ad accogliere nella capitale i rappresentanti aziendali e quelli sindacali degli stabilimenti Tenaris oggetto di un piano di riorganizzazione che prevede in totale 1.024 esuberi. Ad accompagnare i sindacalisti di Piombino, fabbrica che rischia la chiusura tout court, anche il sindaco della cittadina e un assessore regionale. Ad accompagnare i bergamaschi di Dalmine, Sabbio e Costa Volpino, nessun esponente delle istituzioni locali.
"Nessuno, non c’era nessuno" commenta Mirco Rota, segretario Fiom Cgil di Bergamo. E l’incontro, che ha fatto il punto della situazione con i dirigenti del ministero, ha in effetti portato risultati solo per Piombino: "E’ stata formalizzata la nascita di un tavolo istituzionale al ministero stesso dove procederà la trattativa per il futuro dello stabilmento. Invece per i plessi bergamaschi, nei quali Tenaris prevede 836 esuberi, tutto andrà avanti come previsto con la trattativa locale già avviata nelle scorse settimane".
"Durante queste riunioni non è prevista la presenza del ministro – spiega Gregorio Fontana, deputato bergamasco del Pdl -. Il ministro interverrà più avanti, per accompagnare determinate scelte, al momento opportuno. Non credo poi che le questioni legate alla provincia bergamasca procederanno solo in sede locale. Un tavolo istituzionale è stato creato per Piombino, ma il tavolo ministeriale per la questione Tenaris nel suo insieme procede comunque, tant’è che un altro incontro è stato convocato fra due settimane".
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