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Aeroporti

Montichiari, Brescia tende la mano a Verona

Dopo la rottura della scorsa settimana, il presidente della Provincia di Brescia scrive una lettera alle istituzioni veronesi per riallacciare il rapporto.

da QuiBrescia

Un invito alla discussione e alla pace. Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia e sottosegretario all’Economia, ha teso – ancora una volta – il ramoscello d’ulivo alle istituzioni veronesi azioniste della Catullo spa, per la delicatissima questione dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari
(leggi qui).
Con una lettera indirizzata a Flavio Tosi, sindaco di Verona, Giovanni Miozzi, presidnete della Provincia veneta, Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento e ai due sottosegretari Aldo Brancher e Alberto Giorgetti, il numero uno di Palazzo Broletto invita tutti a riflettere se valga la pena lottare per la concessione dello scalo bresciano, o se invece non sia il caso di trovare un accordo pacifico, che sappia valorizzare i due territori.
"Vi scrivo per richiamare la Vostra attenzione", si legge nel testo, "sulla pericolosa situazione di stallo che si sta creando intorno all’aeroporto di Montichiari. Con estrema sincerità devo premettere che la controproposta presentata informalmente (e soltanto verbalmente) dal sistema Verona la scorsa settimana al sistema Brescia, era difficile da digerire per il mondo bresciano, soprattutto pensando che si trattava di un passo indietro rispetto a quanto si era ipotizzato nel luglio 2008 durante un incontro informale in terra trentina. Da qui l’inevitabile diniego anche da parte di chi, come il sottoscritto, ha sempre cercato di trovare un accordo che potesse soddisfare tutti".
Molgora, però, nonostante tutto, tende ancora una mano agli amministratori veronesi, a patto che vengano riconosciuti una serie di cambiamenti rispetto ai precedenti assetti: "Oggi la possibilità di una gara europea e la necessità di intervenire tempestivamente sulla crisi economica, pongono l’urgenza di un ulteriore strenuo tentativo da parte della politica per porre rimedio ad una situazione che potrebbe comportare gravi danni forse per Brescia, ma sicuramente di più per Verona".
"Non voglio in alcun modo rivangare il passato, quando i protagonisti e le condizioni generali erano diverse, ma, proprio perché voglio guardare al futuro, annoto che la gestione dei due aeroporti, così com’è, ha il fiato corto, tant’è vero che siete ricorsi ad una corposa riorganizzazione, ma che non sappiamo se basterà. E allora Vi chiedo, abbandonando ogni tentazione di personalismo, se il problema consiste nel detenere due concessioni per evitare una possibile concorrenza da parte bresciana e mantenere alta la propria bandiera, oppure se è più importante cercare sinergie territoriali di grande sviluppo, ottenendo contestualmente reciproche garanzie".
C’è poi la questione alleanze, e per il futuro nessuno potrà fare per conto proprio: "A Brescia siamo ben consapevoli che senza alleanza con Verona e Trento non ci sono possibilità di uscita dal tunnel della crisi per l’aeroporto di Montichiari, ma se all’unanimità riconosciamo che l’obiettivo di tutti è cercare di far crescere i propri territori, allora quale può essere la vera garanzia affinché ognuno raggiunga il suo obiettivo?".
"Brescia ha indicato una strada giudicata impraticabile da Verona e viceversa, allora perché, mi chiedo, non fondere le due proposte?", scrive ancora il presidente. "Brescia chiede la garanzia della concessione (pagandola secondo valutazioni di mercato, sia chiaro) sull’aeroporto territorialmente suo, Verona offre una crescita dei Bresciani in Catullo; le due vie non sono incompatibili: la creazione di un gruppo di due società (D’Annunzio e Catullo) ognuna con la propria concessione a partecipazioni incrociate, con Brescia al 20/25% in Catullo e Verona azionista in maggioranza assoluta nella stessa Catullo e, in maniera esattamente speculare, al 20/25% in D’Annunzio, oltre ad una significativa quota di Trento da entrambe le parti, comporterebbe una tale legame e un tale cointeressamento da parte dei due ‘sistemi’ che sarebbe di estrema garanzia per tutti".
"In sostanza", chiarisce Molgora, "indipendentemente dalla futura e, probabilmente, opportuna creazione di una holding, si creerebbe un intreccio talmente forte fra le tre realtà provinciali che il sistema aeroportuale del Garda diventerebbe per dimensioni addirittura l’arbitro della futura espansione del traffico aereo a livello nazionale. Brescia, Trento e Verona insieme possono raggiungere traguardi ben più elevati di quanto non abbia fatto Verona da sola: si può guardare a Bergamo e addirittura a Linate e Malpensa senza timori reverenziali, con un autentico progetto industriale se siamo in grado di viaggiare uniti".
Ma se Brescia è disponibile a sborsare molte risorse per impegnarsi in investimenti e sviluppo, cosa non da poco, soprattutto in questo periodo di crisi profonda, "Verona comprenda l’importanza di una vera alleanza che veda i protagonisti posti su uno stesso piano, anche in termini di concessioni. La Provincia di Brescia è un’istituzione territoriale che deve pensare al pieno sviluppo del proprio territorio e non può certo dedicarsi alle questioni legali; è per questo motivo che lancio un accorato appello a chi ha la responsabilità della politica, a chi, come me, ha responsabilità di governo e deve puntare alla crescita del proprio territorio ed al sostegno delle proprie imprese. E’ meglio avere il tutto di una struttura limitata, oppure una parte significativa di un sistema aeroportuale che può essere tre, quattro, dieci volte più grande?".
"Porgo a voi queste riflessioni", conclude la missiva "contando sulla vostra sensibilità politica e sulla considerazione che Brescia e Verona hanno condiviso iniziative storiche, come quella della "Serenissima". Sarebbe un errore non cercare fino all’ultimo di recuperare quello stesso spirito di collaborazione che ha contribuito in modo determinante allo sviluppo dei nostri laboriosi territori.Vi ringrazio per l’attenzione e, in attesa di un riscontro, esprimo gli auspici per una scelta che possa tenere conto di quanto Vi ho espresso".

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