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Il caso

Aggressione a Venezia, in silenzio gli indagati

I quattro bergamaschi, tra i quali tre leghisti, indagati per il pestaggio di due camerieri immigrati il 13 settembre scorso, si sono avvalsi della facolt?? di non rispondere di fronte al Gip.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i quattro bergamaschi, tra i 31 e i 48 anni, indagati per l’aggressione a due camerieri extracomunitari (nella foto il cameriere albanese picchiato) avvenuta a Venezia il 13 settembre, mentre era in corso la festa dei Popoli padani organizzata dalla Lega nord. I quattro, giunti in questura a Venezia nella mattinata del 27 ottobre, hanno manifestato subito, davanti agli agenti della Digos, la volontà di stare zitti, tanto che il pm Emma Rizzato, titolare dell’inchiesta, avvertita delle loro intenzioni è rimasta nel suo ufficio in Procura a Rialto.
Ora le indagini proseguiranno, possibile la presentazione di memorie scritte da parte degli indagati, e una volta chiuse il Gip di Venezia deciderà il da farsi con la Procura pronta a chiedere il rinvio a giudizio per le ipotesi di reato di lesioni, danneggiamento, furto, il tutto con l’aggravante della discriminazione razziale. I quattro, secondo quanto ricostruito dalla Digos, sarebbero gli autori del pestaggio di un cameriere albanese, dell’aggressione di un suo collega algerino e di un raid nel ristorante dove lavoravano.
Uno di loro, il 31enne Fabio Vitali di Cividate, già responsabile del Movimento Giovani Padani del paese e della zona ogliense, sarebbe stato riconosciuto perchè indossava una maglia da calcio della squadra della Padania. Tra gli altri due sono tesserati leghisti, il quarto dovrebbe essere un semplice simpatizzante: si tratta di E. B., 33 anni, di Cividate, P. L. L., 36 anni, di Cividate e F. G., 48 anni, di Grumello del Monte.

La notizia sull’inchiesta aperta a Venezia

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