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L'aeroporto

Grossi: serve sempre pi?? il consenso della gente

Valter Grossi, gi?? assessore a Bergamo, focalizza l'attenzione sul ruolo del Comune, da una parte utile presenza forte in Sacbo, dall'altra tutore degli interessi della comunit??.

Questa sera il Consiglio Comunale di Bergamo affronta il tema dell’aeroporto di Orio al Serio: una questione nodale per le prospettive di sviluppo territoriale e le sue ricadute occupazionali, come del resto per i suoi effetti sul piano della sostenibilità ambientale.
L’Italia è uno dei pochi paesi europei che ad oggi non dispone di un vero e proprio Piano dei Trasporti, all’interno del quale sia definito, in relazione alle dinamiche della domanda, un assetto razionale del sistema aeroportuale. Ciò produce una sorta di competizione senza regole, dove un certo dinamismo localistico (bipartisan) genera uno spreco incredibile di risorse, attraverso la moltiplicazione degli scali, operata in modo disosrdinato da società per azioni (per lo più di proprietà pubblica).
Dentro questo marasma e i disastri in qualche modo collegati della compagnia di bandiera, in cui non si individua una scelta netta né per un regime concessorio verso privati, né un’opzione chiaramente pubblicista (vedi la Spagna), si è mossa la navicella di Orio al Serio, che, guidata con efficacia e competenza, ha saputo conquistarsi un “posto al sole” di tutto rispetto, inclusa una invidiabile specializzazione (turismo low cost).
Questa posizione competitiva, certamente favorita dalla vicinanza con Milano, nel marasma cui si accennava deve giustamente essere difesa, senza solitari arroccamenti, ma cercando le potenziali sinergie che ne evitino la marginalizzazione, non solo perché produce ricchezza e prospettive di sviluppo per il territorio circostante (non ancora del tutto sfruttate), ma anche perché, fino ad oggi, ha rappresentato un raro esempio di efficienza gestionale, talvolta persino eccessivo.
Tuttavia il consolidamento del ruolo dell’areostazione di Orio al Serio non passa solo per investimenti adeguati, che ne migliorino funzionalità, accoglienza e collegamenti, per politiche di lobby territoriale coese (e questo oggi è meno facile che in passato), ma anche per un grado di sufficiente consenso da parte della cittadinanza. In quanti convegni si ripete ogni giorno che al tempo della globalizzazione l’impresa ha più successo se insieme al profitto persegue anche obiettivi di benessere per la comunità e di miglioramento per l’ambiente!
Pertanto è giusto richiamare il fatto “che investire sull’aereporto significa attuare tutte le opere di mitigazione dell’impatto ambientale” e “ricercare un’armonica compresenza dell’attività aeroportuale con i contesti urbani”, ma deve essere chiaro che tutto ciò in futuro richiederà azioni più incisive e responsabilità più trasparenti.
La prima di queste è certamente una simulazione trasparente degli effetti che con un dato mix e le attuali tecnologie, il raggiungimento dei volumi di traffico previsti dal Piano di Sviluppo vigente produrrebbe in termini di disagio per le popolazioni (rumore), qualità del’aria, rischi incidentali, considerando che per questi ultimi il Comune di Bergamo dovrebbe predisporre, in concomitanza con l’approvazione del PGT, tra i primi in Italia, una mappatura delle aeree interessate da sottoporre all’Ente Nazionale per la Navigazione Aerea, affinchè questo sia obbligato ad emanare le proprie disposizioni in materia. Da uno studio di questo genere la politica potrebbe trarne gli elementi utili per fissare quei limiti qualitativi e quantitativi entro cui scrupolosamente attestarsi.
Tutto ciò fa ben comprendere, che in questa fase, se per ragioni strategiche, legate all’incertezza di quadro, è auspicabile, che la società di gestione, pur aprendo ai privati, mantenga un’adeguata presenza al suo interno delle amministrazioni locali, d’altro canto per il comune capoluogo si conferma una posizione piuttosto delicata, essendo anche il diretto interlocutore, nonché rappresentante degli interessi dellla cittadinanza in tema urbanistico e di difesa del benessere pubblico.
Pertanto sarà bene che, in occasione di questa discussione sulle prospettive e il futuro di Orio al Serio, si approfondiscano anche quegli aspetti di conflitto di interessi che certamente possano trovare se non una soluzione, almeno una credibile “mitigazione”.
Valter Grossi

 

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