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Servidati (pd)

“Caso Calderoli, fretta e metodi sospetti”

Il segretario provinciale del Pd indica quattro elementi che minerebbero la difesa del sindaco di Mozzo sul modo in cui è stato gestito il caso Calderoli.

Leggendo le dichiarazioni riportate dai giornali, rilasciate dal sindaco di Mozzo Silvio Peroni , dopo la bagarre successa in consiglio comunale,” riteniamo di non aver fatto favoritismi e di aver salvaguardato il territorio” e aggiunge facendo riferimento alla richiesta di ampliamento presentato dal ministro Calderoli, “ si tratta mi pare di un ampliamento minimo della cucina al piano terra”, un dubbio maligno sorge.
Metto in sequenza i fatti:
-Convocazione consiglio comunale ordinario ore 12.30;
-Presentazione di un emendamento, da parte della maggioranza, durante la seduta senza avere, come prassi, dato preventivamente comunicazione prima del consiglio, a tutti i consiglieri, in modo che potessero esaminarlo;
-Approvazione dell’emendamento che dà la possibilità di chiedere ampliamenti anche ai proprietari di 12 edifici, che si trovano nel Parco dei colli, in cui secondo il Regolamento presentato dall’assessore Gherardi, non sarebbero possibili interventi di ampliamento;
-Uno dei 12 edifici è la villa del ministro Calderoli.
Mirosa Servidati 
segretario provinciale PD

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