Fino a 300 microgrammi di cromo esavalente in un litro d’acqua, con un limite previsto dalla legge di 50 microgrammi. E’ la concentrazione individuata in un pozzo privato ad Arcene, al confine con Ciserano, che non riguarda assolutamente l’acqua potabile della zona. Ma di fronte a certi numeri la Provincia, l’Asl e l’Arpa, di concerto con i Comuni interessati, non hanno potuto far altro che dare il via a nuove analisi, a tappeto, nelle falde e nei pozzi di buona parte del territorio della Bassa occidentale, per cercare di vederci chiaro.
Le ultime analisi – che hanno messo in evidenza le preoccupanti concentrazioni – erano state effettuate di recente dall’Arpa, su mandato della Provincia: oltre i 300 microgrammi di Arcene qualche problema è stato rilevato anche a Verdellino, dove in un pozzo il cromo ha superato i 100 microgrammi per litro. E l’informativa sul focus che Provincia e Arpa stavano effettuando nella zona era stata inviata anche ai Comuni di Lurano, Caravaggio, Ciserano e Castel Rozzone.
Sei Comuni, oltre a Treviglio (dove il problema è emerso da tempo) hanno quindi partecipato alla riunione del 20 agosto in Provincia, negli uffici del settore Ambiente. Se n’è usciti con la decisione di effettuare nuove analisi i cui risultati saranno resi noti dall’Arpa entro il 15 settembre. E soprattutto è stata richiesta ai Comuni la massima collaborazione per mappare al meglio il territorio, avere i riferimenti su tutti i pozzi esistenti, soprattutto privati, e mettere sotto la lente eventuali fonti di inquinamento, quindi di sversamento del cromo esavalente. Il dubbio, più che concreto, è che alcune aziende della zona stiano facendo le furbe: "E se qualcuno fa il furbo, inquinando, andrà individuato", dice chiaramente il sindaco di Lurano Dimitri Bugini.
Durante la stessa riunione l’Asl, dopo aver sentito tutte le società di distribuzione dell’acqua nelle case, ha confermato che la potabilità non è assolutamente in pericolo.
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