"Ogni scuola dovrebbe avere il diritto di scegliersi i suoi docenti, ruoli e graduatorie andrebbero aboliti". Cesare Quarenghi, preside del liceo scientifico Filippo Lussana di Bergamo, si spinge addirittura oltre la proposta della Lega Nord di un test di dialetto per gli insegnanti, e rivendica il diritto degli istituti scolastici a reclutare gli insegnanti: "La differenza vera – spiega – è tra bravo professore e cattivo professore. Grazie a Dio, la maggioranza dei docenti sono preparati. Il fatto che al nord ce ne siano molti che arrivano dal meridione, è dovuto alla carenza di insegnanti sul territorio. Il problema è un altro: lo Stato dovrebbe lasciar perdere le graduatorie e preoccuparsi di certificare chi è meritevole. Che poi dopo gli insegnanti conoscano e siano rispettosi delle caratterizzazioni culturali delle regioni in cui lavorano, è una questione che ha a che fare con la deontologia professionale".
Più autonomia scolastica anche nella scelta dei professori, dunque: "Mi rendo conto che questo potrebbe favorire episodi di nepotismo – spiega Quarenghi – ma se in Italia ci fosse la possibilità di premiare la produzione scolastica, io come preside mi sentirei di avere sempre gli insegnanti migliori". Altro discorso, invece, per le supplenze: "In quel caso, gli albi regionali potrebbero essere utili – dice Quarenghi -. Noi ora siamo costretti ad avvalerci di graduatorie nazionali e spesso per trovare un professore serve troppo tempo. Almeno per la nomina dei supplenti, sarebbe giusto che le scuole potessero avvalersi di docenti che abitano in loco. È una questione di organizzazione e di tempestività – conclude Quarenghi -e non di cultura o di tradizionì".
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