Un operaio sardo, Mario Soggiu di 57 anni, è morto nel primo pomeriggio del 15 luglio al cantiere del nuovo ospedale di Bergamo, in via King. Un tragico incidente, l’ennesimo sui luoghi di lavoro e il primo con conseguenze mortali nel cantiere del Papa Giovanni XXIII.
Soggiu, di Alghero, aveva raggiunto il cantiere del nuovo ospedale in mattinata, con due colleghi dipendenti, come lui, della Ildocat srl (azienda metalmeccanica che ha sedi a Roma e in Sardegna, in provincia di Nuoro) per la posa di alcune tubazioni idrauliche. Dopo aver preso alloggio in un albergo di Bonate, si era presentato questa mattina alla Trucca per il suo primo giorno di lavoro.
Dopo aver assistito al corso di formazione di due ore, obbligatorio per accedere all’area, è andato in pausa pranzo. Al rientro, attorno alle 13, ha raggiunto la torre numero tre e, forse disorientato, è entrato nel vano di una delle scale di servizio, dove in teoria non si dovrebbe accedere. Si è ritrovato improvvisamente al buio sugli scalini, ancora in fase di completamento e dunque privi del corrimano. Tentando di scendere dal quinto al quarto piano è probabilmente inciampato, precipitando da circa tre metri nella rampa sottostante e battendo violentemente la nuca contro un gradino. Un altro operaio l’ha ritrovato in fin di vita diversi minuti dopo, troppo tardi per tentare di salvarlo.
Sul posto si sono recati i tecnici dell’Asl e la polizia di stato, oltre ai rappresentanti dei sindacati.
"Non lo conoscevo perché era appena arrivato in cantiere. Aveva partecipato proprio stamattina al corso di formazione per i nuovi operai – spiega Nicola Valoti, operaio 35enne di Lallio – è tornato dopo pranzo. E’ stato un operaio marocchino a trovare il corpo. L’ambulanza è arrivata intorno alle 13.45, ma non c’è stato nulla da fare".
Secondo quanto si è appreso, Soggiu era disoccupato da diversi mesi e aveva quindi affrontato volentieri il sacrificio di lavorare lontano da casa e dalla famiglia, nonostante l’età non più verdissima.
Più informazioni
commenta