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Bergamo

“A Bergamo boom di false badanti” Il procuratore: non mi risulta

Il quotidiano leghista riporta le parole di una gola profonda dell'Inps di Bergamo: a fine 2006 ben 250 denunce per donne assunte come badanti dal marito o dal padre. Il procuratore Galizzi: non mi risulta e non avrebbe senso.

La Padania apre un fronte con un’inchiesta suggerita da una gola profonda dell’Inps (a quanto pare di Bergamo): c’è un boom di false badanti, secondo il quotidiano della Lega, che si fanno assumere dal marito o dal padre per ottenere il permesso di soggiorno. “Ben 250 denunce a fine 2006 sono finite sul tavolo della Procura della Repubblica di Bergamo”, scrive il quotidiano. Ma il Procuratore Adriano Galizzi è sorpreso: “Non mi risulta proprio e non capisco nemmeno che senso avrebbe tale meccanismo illecito, se fosse vero, messo in luce dalla Padania”.
Il quotidiano leghista apre l’edizione del 9 luglio con questa inchiesta: grazie ad una legge dell’ultimo governo Prodi, secondo La Padania, i cittadini extracomunitari possono presentare domanda di assunzione di qualsiasi parente, anche di primo grado, ad esempio mogli o figlie. Gli immigrati, i padri di famiglia, lo fanno, e ottengono il permesso di soggiorno per la parente. E qui, riporta la Padania, entrano in gioco le affermazioni di uno “007” dell’Inps. “Dopo aver presentato un contratto di assunzione come Colf – suggerisce la “gola profonda” dell’istituto previdenziale – qualche mese dopo ci spediscono una bella domanda di maternità. Così in un colpo sono si sono portati a casa il permesso di soggiorno e un’indennità, perché sono sufficienti sei mesi di contributi e la maternità è garantita”. Ben duecentocinquanta, secondo la Padania, i casi svelati dall’Inps di Bergamo e finiti sul tavolo della Procura a fine 2006, grazie ad una prima indagine riguardante un senegalese di Pontirolo dedito al giochetto illecito con la moglie. Quindi occhio a parlar troppo di regolarizzazione o sanatoria in massa per le assistenti domestiche è il messaggio politico del quotidiano. “Perché alla fine, a pagare siamo noi”.
Il procuratore della Repubblica Adriano Galizzi ha letto l’inchiesta in tarda mattinata. “Non mi risulta proprio – ha affermato strabuzzando un po’ gli occhi -. E vi garantisco che mi sarei ricordato di ben 250 denunce presentate dall’Inps che mettevano in evidenza un meccanismo del genere. Anche perché, nello stesso periodo, c’era stato il caso del bonus bebè autorizzato dall’allora governo Berlusconi, con un po’ troppa confusione sulle persone autorizzate ad ottenerlo e una conseguente inchiesta giudiziaria. E comunque vorrei capire una cosa: che senso avrebbe assumere in modo fittizio la propria moglie per farla regolarizzare? La Padania non sa che basta il ricongiungimento familiare? E soprattutto non sa che per regolarizzare una lavoratrice bisogna passare attraverso il decreto flussi, il cui esito non è sempre scontato, mentre il ricongiungimento non ha dei limiti? Anche con un’assunzione in regola, sebbene fittizia, la regolarizzazione non è garantita, questo è il paradosso”.
Il procuratore non ricorda nemmeno il caso delle assunzioni “vendute” alle donne straniere, quindi dei falsi contratti di lavoro venduti da italiani a caro prezzo per far ottenere il permesso di soggiorno: La Padania cita il caso di un cinquantenne della Valle Seriana. “Comunque sia – chiude Galizzi – scriverò al direttore dell’Inps, voglio capire da dove salta fuori tutta questa storia”.

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