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Lurano

Teneva cocaina nel tubo del bid??, spacciatore arrestato

Un immigrato marocchino disoccupato, di 36 anni, ?? stato arrestato dalla Squadra mobile della questura per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. In casa diversi grammi di mannite e di cocaina, nascosta in modo fantasioso. Il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.

Nascondeva la cocaina anche nel tubo di scarico del bidè, che naturalmente non utilizzava, tranne che per sedersi comodo e, con una chiave inglese, svitare il tubo e prelevare la sostanza che di caso in caso avrebbe dovuto vendere. A. S. R., di Lurano, marocchino del 73, con permesso di soggiorno ma disoccupato da sei mesi, è stato arrestato nel pomeriggio del 26 giugno dalla Squadra Mobile (sezione antidroga e contrasto al crimine diffuso) della questura di Bergamo. Alla polizia era arrivata una segnalazione qualche tempo fa sugli strani movimenti dell’immigrato, che a bordo di una Peugeot 306 girava tra Lurano (dove è residente in via Mazzini) e Pognano in modo alquanto circospetto. La Squadra mobile si è messa prontamente sulle sue tracce notando che A. S. R. spesso e volentieri si spostava da Lurano fino ad un bar di Pognano, nei pressi della strada provinciale, dove si incontrava con molti giovani italiani. Così è successo anche il 26 giugno, quando gli investigatori hanno notato un italiano che comprava una “pallina” di cocaina dal magrebino. Il bergamasco è stato fermato e quindi è scattato l’arresto per il marocchino. Sulla Peugeot 306 i poliziotti hanno anche trovato cinque dosi di cocaina, nascoste sotto un tappetino. In un pacchetto di sigarette c’era anche un pezzo di hashish. Subito dopo c’è stata la perquisizione domiciliare: nell’armadio della camera da letto A. S. R. teneva un sacchetto con 25 grammi di cocaina. Sul bidè c’era una chiave inglese, che i poliziotti hanno utilizzato per svitare il tubo di scarico: all’interno altri 25 grammi di coca. Infine, in un armadio in cucina, al posto dello zucchero o del sale c’erano 23 grammi di mannite, nota sostanza da taglio. Il magrebino è stato processato per direttissima il 27 giugno: il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.  

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