L’Asl rassicura il sindaco Ariella Borghi sul livello di cromo esavalente presente da otto anni nell’acqua di Treviglio: non ci sono ragioni per preoccuparsi più del necessario, o almeno più di quanto lo si sia fatto finora.
A suscitare i timori della Borghi, tanto da spingerla a prendere carta e penna per chiedere lumi all’Asl, era stato un nuovo studio americano, secondo cui il cromo esavalente somministrato tramite l’acqua potabile provoca evidenti effetti cancerogeni sui topi da laboratorio. La ricerca va presa sul serio, ci mancherebbe, ma l’Asl fa presente che nella letteratura scientifica esistono altri studi che dicono il contrario. E visto che in questa materia l’ultima parola spetta all’Agenzia internazionale per le ricerche sul cancro, fino a che le scoperte di laboratorio non saranno validate e recepite a livello normativo restano validi i limiti attuali. Ovvero 50 microgrammi di cromo (totale) per litro. Soglia mai superata dai rubinetti trevigliesi.
Quanto alla richiesta della Borghi di poter emettere un’ordinanza urgente per scavalcare la Regione, che tarda a concedere il permesso di attingere l’acqua più in profondità, via Gallicciolli ha risposto negativamente, ribadendo la competenza assoluta del Pirellone sulla questione.
Insomma, non c’è nulla di nuovo. I trevigliesi possono, se lo desiderano, continuare tranquillamente a bere l’acqua al cromo esavalente. Per l’Asl non ci sono rischi.
Più informazioni
commenta