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La tragedia

Nello, angelo caduto sull’asfalto “Grande uomo e medico” fotogallery video

"Era una persona perbene che affrontava con coraggio le emergenze quotidiane". Amedeo Amadeo, direttore generale del Bolognini di Seriate, ricorda cos?? Antonello Pesenti, medico 49enne del 118 rimasto ucciso nello schianto contro un furgone guidato da un pakistano ubriaco. La moglie e i figli sono stati soccorsi da due marocchini.

"Una persona stupenda, sempre in prima linea quando si trattava di andare a soccorrere persone ferite o in difficoltà". All’ospedale di Treviglio ricordano così Antonello Pesenti, medico 50enne del 118 che domenica sera è rimasto ucciso a Pognano nello schianto della sua Dahiatsu Terios contro un furgone guidato da un pakistano ubriaco. La moglie Marina e i tre figli di 17, 13 e 7 anni, che viaggiavano con lui, sono stati portati in ospedale ma fortunatamente non sono gravi. La moglie e la figlia maggiore sono già state dimesse, restano ricoverati il secondogenito in ortopedia a Treviglio e la piccola ai Riuniti, ma le loro condizioni non destano preoccupazione. Il pakistano è stato indagato a piede libero per omicidio colposo.
Antonello Pesenti era molto conosciuto nell’ambiente sanitario bergamasco. Tra i suoi amici c’era anche il direttore generale del Bolognini di Seriate, Amedeo Amadeo, molto scosso dalla tragedia: "Il dottor Pesenti era una persona dalle grandi doti umane e professionali – ha detto Amadeo – Molto originale, da tempo si dedicava alla medicina alternativa e con coraggio affrontava quotidianamente le emergenze del Pronto Soccorso. Un uomo dalla bontà infinita. Un uomo perbene. Un pensiero particolare alla famiglia e ai suoi tre bambini".
A soccorrere la famiglia, che si stava recando in pizzeria a Verdello dove aveva appuntamento con degli amici, sono stati due giovani marocchini, che hanno chiamato l’ambulanza ed estratto la moglie e i due figli minori dalle lamiere. Nell’auto, in attesa dell’arrivo dei pompieri, sono rimasti intrappolati invece Antonello Pesenti e la figlia 17enne, che urlava e chiamava aiuto, mentre la mamma tentava di rassicurarla. L’urto è avvenuto proprio sul lato sinistro della Terios: la ragazza sedeva dietro il sedile del padre, che era alla guida.
Pesenti, originario di Villa d’Almè, abitava con la famiglia a Lurano. Aveva lavorato per cinque anni come medico del pronto soccorso di Treviglio, dal 2001 al 2005, per questo era molto conosciuto e stimato dal personale medico dell’ospedale della Bassa. Nel giugno 2005, poi, la scelta professionale e di vita che ne testimonia la dedizione al prossimo: il trasferimento nel personale del 118, con base a Sarnico e Seriate. Una vita spesa sulla strada, a soccorrere vittime di incidenti, anziani in difficoltà, tossici vittima della droga. Una vita trascorsa a tentare di tamponare il dolore altrui, spezzata dall’incoscienza di un immigrato che, come troppi altri automobilisti sulle nostre strade, aveva bevuto troppo prima di mettersi al volante. Ne aveva soccorse tante di vittime dell’asfalto, Pesenti. Ma non è servito a impietosire il destino, che gli ha riservato la stessa triste fine. Per la grande famiglia dei servizi d’emergenza bergamaschi, già colpiti dalla morte del pompiere Marco Cavagna, è il secondo lutto in meno di un mese.

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