Via i sigilli. Dopo due settimane di chiusura il Daragi può riaprire. La proprietaria Daria Mazzoleni ha ricevuto venerdì mattina una chiamata dalla Polizia locale di Bergamo che ha comunicato la lieta notizia. L’odissea non è però finita. Prima di aprire definitivamente le porte del locale infatti c’è una cauzione da pagare: "Sono ben cinquemila euro – spiega la proprietaria – me l’hanno detto stamattina e sto cercando di recuperarli. Il bello è che la Polizia non sa nemmeno dove devo versare i soldi, quindi sto cercando di contattare il mio avvocato".
Dopo quindici giorni di sciopero della fame, interrotto e ripreso due giorni fa, Daria Mazzoleni è esausta e felice. "Nonostante tutto sono contenta perché riapriamo, ma io tengo a ribadirlo: non abbiamo fatto nulla".
La manifestazione in programma per stasera, venerdì 24 aprile, si terrà ugualmente. "Certo, perché anche se è stata promossa da noi non è strettamente legata al Daragi, riguarda tutti i locali e i giovani della città". L’appuntamento è quindi fissato alle 21.30 in viale Giulio Cesare. "Su Facebook abbiamo ricevuto l’adesione di più di 800 persone – spiega una dipendente del Daragi – speriamo di arrivare a mille. In queste due settimane tanti ci hanno dimostrato affetto. Ci aspettiamo una grande partecipazione".
"Sarà un corteo pacifico, legalmente autorizzato – si legge nel volantino distribuito negli ultimi giorni – , rivolto a tutti coloro che vogliono una città illuminata dalla gente nel massimo rispetto dei bisogni altrui e di tutti coloro che vorrebbero davvero vivere la propria città: stiamo seriamente rischiando di far morire la nostra città! Lottiamo per una giusta causa, senza bandiere e senza vessili! Bergamo ha bisogno di un po’ di luce".
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