Clusone

Bracconaggio accompagnato dalla figlia: fermato

Un cinquantenne clusonese aveva creato una postazione in localit?? Sal??s, individuata dalla Polizia provinciale, dove aveva predisposto tutto per la caccia notturna agli ugulati. Gli agenti del Nucleo ittico venatorio si sono appostati e l'hanno colto sul fatto.

Gli agenti del Nucleo ittico venatorio del Corpo di Polizia provinciale avevano individuato, in località Salés a Clusone una postazione verosimilmente predisposta per l’attività illecita di bracconaggio notturno: in aperta campagna, in un luogo frequentato da ungulati quali caprioli, cervi, costituita da due punti di “pasturazione” dove venivano depositati scarti alimentari (pane, residui di frutta e verdura, granoturco), per attirare gli animali e da una postazione di tiro, ricavata in una nicchia del terreno, ubicata nelle immediate vicinanze.
In uno dei punti di pasturazione era posizionato un “timer” costituito da una sveglia analogica collegata ad una batteria mediante cavi elettrici: il circuito veniva interrotto dal passaggio degli animali, permettendo così di fatto di conoscere l’orario in cui questi giungevano sul luogo per cibarsi e i bracconieri potevano così calibrare le loro uscite.
Si sono predisposti quindi servizi notturni di monitoraggio dei luoghi da parte degli agenti del Nucleo Ittico-Venatorio, che hanno accertato come le pasturazioni venivano puntualmente controllate e reintegrate con nuovi alimenti e timer di volta in volta ricollegato: la postazione era quindi attiva e l’obiettivo finale era quindi un’azione di caccia illegale.
La pattuglia di agenti della Polizia Provinciale, con guardie volontarie della Provincia a valle, ha accertato che verso le 20 giungeva sul posto un’autovettura con a bordo due persone: una è scesa e si è diretta verso la postazione, il veicolo ha proseguito per un tratto sulla strada sterrata.
Gli  agenti, nascosti tra la vegetazione e dotati di binocoli e visore notturno, hanno seguito la scena. Fucile da caccia avvolto in una coperta, l’uomo si è avviato sul luogo delle pasturazioni e qui è stato bloccato. È un cinquantenne di Clusone, con un fucile sovrapposto, sulle cui canne era stata posizionata una torcia elettrica per l’attività di sparo nelle ore notturne. Aveva con sé cartucce da caccia a palla unica e a “pallettoni” (munizioni adatte solo per l’abbattimento di grossa selvaggina). Il bracconiere – che aveva con sé scarti alimentari e l’attrezzatura necessaria per l’attività di appostamento, abbattimento e lavorazione degli animali eventualmente abbattuti – ammetteva subito le proprie responsabilità. A bordo dell’autovettura con cui era giunto sul posto c’era la figlia.
Nel corso dei controlli nell’immobile di proprietà venivano poi rinvenute altre munizioni a palla non denunciate, quattro sacchetti di carne di capriolo congelata ed una pistola a tamburo sprovvista di matricola identificativa.
Per l’assessore Luigi Pisoni “questa nuova operazione testimonia l’efficacia operativa della Polizia Provinciale. Esprimo vivo compiacimento per questo ulteriore intervento antibracconaggio del Corpo di Polizia Provinciale”.
Il Comandante del Corpo di Polizia Provinciale Alberto Cigliano spiega che sono stati contestati i reati di caccia in periodo di divieto generale (come noto l’apertura generale della caccia è fissata dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio), di esercizio della caccia con mezzi vietati (nella zona faunistica delle Alpi è vietata la detenzione e l’uso di cartucce con pallini di diametro superiore a mm. 4,0), di omessa denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza della detenzione di munizione a palla unica e di detenzione di arma clandestina (la pistola a tamburo)”.

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