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La protesta

Denuncia clandestini, i medici minacciano lo sciopero

Sperano di non dover arrivare allo sciopero. Ma sono pronti a usare tutti gli strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È la posizione delle sigle sindacali dei medici nel caso in cui dovesse passare la norma sulla possibilità di denunciare i clandestini.

Sperano di non dover arrivare allo sciopero. Ma sono pronti a usare tutti gli strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sulla possibilità di denunciare gli immigrati clandestini, emersa nel corso di una conferenza stampa, a Roma. «Non siamo spie, bisogna bloccare subito l’emendamento della Lega Nord (al ddl sicurezza, ndr) che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avrà l’obbligo, e non la possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio». 
I rischi sono diversi: operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge, la nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini) e il pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupa per la salute pubblica e che comporterebbe il ritorno di malattie scomparse (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005), un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero meno (il Ssn spende lo 0, 5% per immigrati), e nondimeno un’ulteriore ricaduta sull’organizzazione del lavoro (perdita di almeno un’ora e mezza per una denuncia).
L’appello del segretario nazionale dell’Anaao assomed (l’associazione dei medici dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al Parlamento affinché cambi questo dispositivo che è «soltanto inutile, anzi controproducente».

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