Il sostituto procuratore Carmen Pugliese ha concluso il suo lavoro sull’omicidio di Maria Grazia Pezzoli, uccisa a Vertova con trenta coltellate (di cui una decisiva alla gola) il 24 luglio 2008, nell’ufficio dell’azienda che gestiva con il marito Giuseppe Bernini, attiguo all’abitazione di via Cinque Martiri. Dopo le memorie difensive degli avvocati degli indagati, e dopo le richieste di rinvio a giudizio da parte del sostituto procuratore, toccherà al Giudice per le indagini preliminari decidere sulle richieste di rinvio a giudizio del pm Pugliese. Gli indagati sono tre: Alì ‘Ndiogou, immigrato senegalese che aveva lavorato per Giuseppe Bernini e la Pezzoli, accusato di omicidio pluriaggravato, che aveva in corso un contenzioso con marito e moglie imprenditori a causa di un infortunio sul lavoro che non gli era stato indennizzato. E’ stato lui, secondo il pm e gli investigatori dei carabinieri, a uccidere Mariagrazia Pezzoli. Anche Bernini, marito della vittima, è accusato: per lui si ipotizza il favoreggiamento personale. Il sospetto è che, durante gli interrogatori seguenti l’omicidio, abbia coperto Alì Ndiogou, pur sapendo che le aziende che gestiva con la moglie avevano conti in sospeso con l’immigrato. Stessa accusa per un altro immigrato senegalese, per aver prestato alcuni mezzi di spostamento a Ndiogou. Falso ideologico e sottrazione di cose sottoposte a sequestro è invece l’accusa per il maresciallo dei carabinieri Ignazio Grinciari, che fece entrare Bernini in casa due giorni dopo il delitto per recuperare alcuni vestiti.
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