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Lo sfogo

“Io, l’ambientalista d’assalto scaricato da Legambiente”

L'ex consigliere nazionale dell'organizzazione ambientalista ?? stato assolto con formula piena dall'accusa di estorsione ai danni di una ditta che opera nel campo dei rifiuti. ora che la Giustizia, in primo grado, gli ha dato ragione, racconta i giorni dell'arresto, la fuga degli amici, la battaglia per difendere il proprio onore.

Da eroe delle battaglie ambientali a bieco estorsore pizzicato con tanto di mazzetta in mano, da campione della legalità a personaggio poco raccomandabile. Fino all’assoluzione con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste. Maurizio Trupiano, 44 anni, ex consigliere nazionale di Legambiente, oggi fatica più del solito, nonostante gli appelli alla calma del suo avvocato Federico Pedersoli, a tenere a bada il suo carattere arrembante. Perché il ricordo non può non correre a quel 17 maggio 2006 quando finì in manette per aver accettato una busta contenente 10 mila euro da una azienda di trattamento dei rifiuti (la Gtm di Ghisalba, contro la quale pende un procedimento per il quale si sono costituiti parte civile una serie di Comuni e la Provincia) sotto la minaccia di rivelare ai carabinieri presunte irregolarità.
“Mi sentii crollare il mondo addosso – spiega – ma il peggio fu la presa di distanza immediata di quanti in pochi mesi mi avevano portato ai vertici di Legambiente. Nemmeno mezz’ora dopo il mio arresto l’associazione diffuse un comunicato per dissociarsi dal sottoscritto. Il consigliere regionale dei Verdi Marcello Saponaro venne a trovarmi in carcere, peccato che all’uscita disse che non condivideva i miei metodi”. Il personaggio da sempre ritenuto un po’ troppo aggressivo (“ma io non faccio l’ambientalista che si limita a mettere le bandierine, io combatto le battaglie senza paura di sporcarmi le mani, e non mi faccio condizionare dagli schieramenti politici”), era diventato troppo ingombrante. “Mi è rimasta vicina la base, i vertici sono scomparsi” sottolinea Trupiano.
Eppure, nonostante i suoi metodi, o forse proprio per questi, aveva portato in Legambiente centinaia di iscritti. Il suo circolo, quello denominato “Falcone e Borsellino” (da sempre due figure di riferimento), era tra i più attivi e partecipati. Nel giorno dell’assoluzione si è fatto vivo, tra i big, solo il consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi. “Un vero signore”.
La mente torna inevitabilmente ai tre giorni passati in carcere e ai sei mesi agli arresti domiciliari: “Venivano a controllarmi 4 volte al giorno, come un boss mafioso. E’ stato il mio Vietnam. Ancora oggi, quando sento i cani abbaiare, vengo preso dall’angoscia”.
Trupiano ora fa l’agente immobiliare a Milano, è tornato alle sue origine ed ha lasciato le battaglie ambientaliste. Ma la tentazione di tornare in prima linea c’è sempre.
Gli piacerebbe fondare un’associazione da chiamare “Ambiente e Giustizia”. “Sempre se qualcuno vorrà darmi una mano…”.

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