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L'allarme

Un Capodanno da festeggiare con l’influenza

"A cavallo del Capodanno oltre 100mila italiani passeranno le feste sotto le coperte con febbre alta", prevede Fabrizio Pregliasco, professore di virologia all'università degli Studi di Milano. Ma sarà solo l'inizio. Come previsto dagli esperti fin da ottobre, infatti, la curva di crescita di nuovi casi di influenza, iniziata in concomitanza con le festività natalizie, raggiungerà il picco dopo la metà di gennaio.

"Tra Natale e Capodanno oltre 100mila italiani passeranno le feste sotto le coperte con febbre alta", prevede Fabrizio Pregliasco, professore di virologia all’università degli Studi di Milano. Ma sarà solo l’inizio. Come previsto dagli esperti fin da ottobre, infatti, la curva di crescita di nuovi casi di influenza, iniziata in concomitanza con le festività natalizie, raggiungerà il picco dopo la metà di gennaio. La scintilla dell’Australiana si accenderà insieme alle luci di fine anno e saranno in molti durante le feste in compagnia di febbre alta (sopra i 38 gradi), brividi, malessere generale, dolori a ossa e muscoli, stanchezza patologica e mancanza di appetito. "Tutto secondo copione", assicura il virologo. Ai classici sintomi dell’influenza, "si possono aggiungere mal di testa e disturbi respiratori come tosse, mal di gola, congestione nasale e starnuti", ricorda ancora Pregliasco.
"Nelle malattie da raffreddamento – prosegue – è sufficiente ricorrere ai farmaci di automedicazione o da banco che possiamo comprare in farmacia senza prescrizione medica. L’uso degli antibiotici, invece, è da valutare con il proprio medico in quanto utile solo in presenza di infezioni batteriche". 
Intanto il Centro Studi della Federazione Italiana di Medici di Medicina Generale ha reso noti oggi i dati di un’indagine interna sull’indice di efficacia che i medici di assistenza primaria attribuiscono al vaccino antinfluenzale. Senza grandi differenze sul territorio italiano, circa il 70% dei medici di famiglia si sottopone al vaccino e in media il 75% dei medici vaccina o fa vaccinare contro l’influenza il proprio personale di studio (da un minimo del 72% al Nord-est a un massimo del 78% al Sud e Isole). Questi dati dimostrano la fiducia riposta dai medici di famiglia nel trattamento preventivo.
Lo sforzo della categoria a contribuire alla campagna antinfluenzale emerge dal numero di dosi antinfluenzali somministrate, in media, senza differenze sul territorio nazionale, ogni medico di medicina generale inocula il vaccino a circa 300 dei propri assistiti. Se si considera che sul territorio nazionale si contano circa 46.000 medici di assistenza primaria, risulta che oltre 13 milioni e mezzo di cittadini italiani hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale dal proprio medico di famiglia.

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