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Di pietro & figlio

Tonino e la questione morale, pardon famigliare

Non ?? la prima volta che il leader dell'Italia dei valori inciampa su questioni prettamente famigliari: nel 2004 quando Roberto Bruni venne eletto sindaco di Bergamo propose come assessore la moglie. E alle benemenreze 2008 il partito del l'ex pm ha sostenuto e ottenuto il riconoscimento al suocero. I simpatizzanti intanto protestano sui blog

Antonio di Pietro tiene famiglia. Niente di strano, non è il primo politico e neppure l’ultimo. Ma lui sulla famiglia scivola. E rischia di cadere insieme al bel po’ di consensi che l’Italia dei valori sta racimolando a scapito del Pd proprio in tema di legalità e correttezza. La questione morale, di cui Tonino è portavoce e portabandiera dai tempi di Tangentopoli e che sta letteralmente affossando Veltroni e i suoi, rischia di travolgerlo. In questi giorni sul suo blog e su altri siti amici è un susseguirsi di domande, di critiche, di proteste per la vicenda famigliare che ha visto protagonista di un’intercettazione non proprio immacolata il figlio Cristiano. Così, mentre i sondaggi danno l’Italia dei valori in forte espansione, la vicenda del ragazzotto forse un po’ disinvolto al telefono rischia di creare qualche inatteso e certo non voluto problema. Così Antonio di Pietro annuncia: "Mio figlio esce dall’Italia dei valori".
Figlio fuori, mani di nuovo pulitissime: si può tornare a fare il moralista impeccabile, quello che raccoglie simpatie da parte di chi ritiene (forse giustamente) che il problema numero uno del Belpaese sia l’etica, o meglio l’assenza di etica da parte dei politici, dei governanti, anzi in fondo di una bella fetta della società.
Ma c’è un ma. Antonio di Pietro non è nuovo alle questioni famigliari dentro la politica. Bergamo lo sa, Bergamo (provincia d’adozione dell’ex pm che abita a Curno) ha imparato a conoscere questi retroscena non sempre edificanti. Basta ricordare il 2004 quando, subito dopo l’elezione di Roberto Bruni, mentre il neo sindaco costruiva la Giunta a cui spettava un assessore dell’Italia dei valori, assessore già praticamente deciso da tempo (era Goffredo Cassader), tutto saltò per aria perché lui, Antonio di Pietro, chiese a Bruni di nominare nell’esecutivo la moglie Susanna Mazzoleni, facendo fuori Cassader. Allora  il sindaco prese una posizione chiara: niente Cassader, niente signora di Pietro, niente assessore all’Italia dei valori, ma una persona di sua fiducia: Luciana Gattinoni. Decisione che modificò solo un anno fa quando Luciana Gattinoni decise di dimettersi e allora, finalmente in Giunta nominò un esponente dell’Idv: Sergio Piffari.
Una moglie, poi un suocero. E’ recente, recentissima la vicenda legata alle benemerenze cittadine: in questo caso l’Italia dei valori ha proposto appunto il suocero del leader del movimento, il papà della suddetta moglie. Arbace Mazzoleni, persona perbene e meritevole, è entrato così, involontariamente, in una querelle tutta politica scatenata dal gruppo del genero. La benemerenza alla fine gli è stata assegnata, ma la sensazione di un favore all’illustre parente politico non si toglie facilmente.
E adesso rieccoci: stavolta tocca al figlio. Cristiano lascia il partito del papà e Tonino dichiara che forse il suo gesto è addirittura eccessivo in quanto il ragazzo non è indagato. Forse è eccessivo, sì. Ma forse eccessiva è la cura che il movimento dipietrista mette nel promuovere i famigliari del leader. Chi di famiglia ferisce…. 

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