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L'opinione

Ma le aziende hanno sete di ingegneri e laureati in Economia

La percentuale di laureati occupati nell’industria manifatturiera orobica è di circa 8,9%, con un aumento costante di oltre un punto percentuale ad ogni “censimento" effettuato ogni due anni da Confindustria Bergamo. Ad avere più successo sono proprio gli ingegneri (50% circa), seguiti dai laureati in Economia (25%) e da quelli in Lingue (12%),

“Ci auguriamo che i giovani si avvicinino sempre più a facoltà come quella di Economia e Ingegneria, perché sono fra le più richieste dal mercato, considerando comunque che in Bergamasca il numero degli occupati laureati in azienda è in costante aumento”. A dirlo è Roberto Terranova, responsabile dell’Area Education di Confindustria Bergamo, e i dati sono lì a confermarlo: “Ogni due anni, a partire dal 2001, come Confindustria conduciamo un’indagine per conoscere la percentuale di laureati occupati nell’industria manifatturiera orobica e l’ultimo dato si attesta sull’8,9%, con un aumento costante di oltre un punto percentuale ad ogni “censimento””. E ad avere più successo sono proprio gli ingegneri (50% circa), seguiti dai laureati in Economia (25%) e da quelli in Lingue (12%), che trovano lavoro non solo nelle grandi aziende, ma anche in quelle piccole e medie, sempre più propense ad avvalersi di questi laureati, considerata la vocazione manifatturiera della nostra provincia. Per quanto riguarda l’Università di Bergamo e il calo di iscritti proprio ad Economia e Ingegneria, Terranova precisa che la valutazione andrebbe condotta ogni cinque anni per avere una visione complessiva dell’andamento. “Uno degli obiettivi dell’Università era quello di raggiungere i 15mila studenti, ed è successo; ora semmai è il momento di concentrarsi maggiormente sugli aspetti qualitativi”, dice Terranova. Vedi il coordinamento con il mondo del lavoro e l’attività di ricerca intesa non solo come scientifica e applicata, ma in senso più generale. Terranova aggiunge poi che come metodo di indagine “sarebbe importante sviluppare il cosiddetto “time to job” per capire quanto tempo trascorre dalla laurea all’inserimento nel mondo del lavoro, se l’occupazione trovata è coerente con il tipo di studi compiuti e a qual è la remunerazione”.       

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