• Abbonati
Grandi temi

Bruni: “Federalismo fiscale per portare Bergamo nel futuro”

Al convegno in Università sul futuro del territorio il sindaco prende una posizione netta: "Sono convintissimo di questo strumento: è necessario per lo sviluppo". Castoldi: "L'ateneo deve assumere un ruolo guida: Bergamo decida cosa vuole fare da grande". L'idea del professor Paleari: "Mettiamo in rete le porte d'accesso della città".

"Sono convinto, anzi convintissimo: serve il federalismo fiscale. E’ lo strumento decisivo per lo sviluppo del nostro territorio. E’ previsto anche nella Costituzione, sarebbe ora di dargli applicazione". A parlare non è il solito leghista, ma il sindaco di Bergamo Roberto Bruni, che certo non può essere tacciato di simpatie verso i lumbard. Per esternare la sua posizione, mai così netta, ha scelto la platea del convegno di presentazione della ricerca "Il futuro del territorio", realizzata dall’Università di Bergamo. Un incontro in cui si è parlato di criticità socio-economiche di Bergamo e Provincia e, soprattutto, dei modi per superarle. Bruni ha indicato lo strumento concreto per dare attuazione ai progetti, che senza gli euro necessari resteranno sogni chiusi nei cassetti. Il federalismo fiscale farà da volano a un tema da sempre caro al sindaco, il cambiamento.
"In questi anni ho avuto modo di constatare che la città è divisa tra chi vuole conservare lo status quo e chi vuole cambiare. Io credo che bisognerà puntare sulla seconda opzione se vorremo essere pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno quando questa crisi si attenuerà. La classe dirigente ha il dovere di inseguire questo obiettivo. Guai restare immobili". Quindi, via di gran carriera con l’approvazione del Piano di governo del territorio, che dovrà migliorare ambiente e viabilità: "Punteremo sul trasporto su ferro: collegamento con Orio, tram delle Valli, linea Seriate-Ponte". Il professor Stefano Paleari, uno dei realizzatori della ricerca, è andato oltre: "Perché non pensare di mettere in rete le porte d’ingresso della città: Università, stazione, aeroporto, Porta Sud, Fiera, Km Rosso. Sarà un modo per aprirsi all’Europa: bisogna rendersi conto che viviamo in un territorio che sarà il crocevia dei cosiddetti "corridoi". Sono infatti in arrivo l’alta velocità ferroviaria Milano-verona, la Pedemontana, BreBeMi. Di qui al 2015 molto cambierà e Bergamo dovrà mettere, volente o nolente, la testa fuori dal guscio. Bisognerà farsi trovare pronti: l’obiettivo è diventare protagonisti, l’alternativa è scivolare nel ruolo di satelliti della metropoli milanese. Motore del cambiamento e dello sviluppo dovranno essere le istituzioni e le imprese ("Stiamo imparando a fare sistema, e Orio ne è un esempio" osserva Bruni), ma anche e soprattutto l’Università, che "dovrà essere sempre più legata al territorio che la ospita, diventandone la guida" auspica il rettore Alberto Castoldi. Ma il territorio dovrà aiutare l’Università, perché il livello di istruzione dei bergamaschi deve aumentare ("Non si può restare ricchi e ignoranti per sempre"). Il che vuol dire accollarsi l’esborso di un futuribile campus. "Per fortuna il discorso dei Riuniti si è chiuso. Ci avrebbe portato all’autodistruzione: non avevamo le risorse. L’onere di reperirle spetta al territorio". Castoldi non vuole però essere l’unico a sedersi nella cabina di regia del cambiamento, ci mancherebbe. "Il dirigismo non serve, bisogna tracciare tutti insieme la rotta da seguire. Bergamo deve decidere cosa fare da grande, e il futuro non può essere solo industria meccanica e turismo".

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI