Da anni i sindacati segnalano presunte inosservanze delle norme di sicurezza che disciplinano il rifornimento degli aerei a Orio, con seri rischi per passeggeri e operatori. La prima segnalazione è del 12 luglio 2002, l’ultima del 31 luglio 2008. In mezzo, mancate risposte o rassicurazioni generiche, in cui ci si limita a promettere di "sensibilizzare" gli operatori sull’applicazione di norme statali (pertanto obbligatorie) emanate con un solo scopo: evitare pericoli per viaggiatori e lavoratori.
Il problema del rispetto delle regole durante le operazioni di rabbocco del carburante non è insomma una questione nuova, anzi. E non ha solo a che fare con la presenza o meno dei pompieri in pista. I sindacati l’hanno sollevata più volte di fronte alla Sacbo e alle autorità competenti, Vigili del Fuoco ed Enac compresi, ricevendo in cambio, nella maggior parte dei casi, un silenzio indifferente.
In particolare, i sindacati hanno ripetutamente evidenziato una situazione di confusione sotto bordo che sarebbe in contrasto con quanto previsto dal decreto 30 settembre 1985, il testo legislativo che disciplina il rifornimento degli aeromobili. Dalle lettere scritte nel corso degli anni, emerge un quadro poco rassicurante: viaggiatori che violano pericolosamente l’area del rifornimento (una fascia attorno all’aereo larga 15 metri), bus che parcheggiano a un metro dall’autocisterna, operazioni troppo vicine al terminal, persino navette "non adeguate" al servizio aeroportuale.
Il 31 luglio di quest’anno, in una lettera spedita alla Sacbo, si richiama l’attenzione "su una serie di problematiche, in parte già segnalate", e in particolare su "problematiche irrisolte che mettono a rischio la sicurezza tanto dei lavoratori quanto dei passeggeri".
"Abbiamo più volte segnalato che nel caso di due aeromobili parcheggiati su stand adiacenti – continuano i sindacati – dei quali uno impegnato in operazioni di rifornimento carburante e l’altro in operazioni di imbarco/sbarco, i passeggeri si vengono a trovare all’interno della zona di rispetto dell’aeromobile che sta rifornendo e di conseguenza il rifornimento deve essere interrotto, o effettuato in presenza dei vigili del fuoco". Proprio sulla effettiva presenza dei pompieri un avvocato bergamasco aveva sollevato dubbi due mesi fa, presenza che mercoledì scorso il comandante della sezione di Orio ha confermato essere indispensabile a norma di legge.
I sindacati lamentano che nonostante le loro numerose segnalazioni "è consuetudine non applicare il decreto sia da parte degli agenti di rampa, che degli addetti al rifornimento di carburante con rischi evidenti tanto per la loro incolumità, degli altri colleghi e dei passeggeri". I pericoli sono concreti, visto che, come riferito a Bergamonews da un addetto in pista, può capitare che si verifichino "sfiati" di carburante dalle estremità alari, con lo sversamento in pista di quantità di kerosene fino a 300 litri. Dunque è bene che i passeggeri si tengano alla larga.
Di fronte all’indifferenza generale, il 5 maggio del 2006 un dipendente Sacbo decise di scrivere direttamente all’Enac, denunciando che "all’aeroporto di Orio le piazzole sono piuttosto vicine" e che pertanto, mentre un aereo effettua il rifornimento e l’altro l’imbarco, "l’autobotte di uno è a meno di un metro dal bus di intercampo dell’altro". L’Enac, sorpresa, rispose. E fece chiarezza sull’applicazione delle norme, specificando che "qualora le operazioni di sbarco/imbarco si svolgessero in una piazzola adiacente all’altra interessando la zona di rispetto (15 metri), si dovrà "posizionare i mezzi di imbarco/sbarco ed indirizzare il movimento dei passeggeri in modo da evitare la zona di rifornimento", oppure "adottare le precauzioni previste" o anche "ritardare una delle operazioni da svolgere". Ma, secondo i sindacati, tali disposizioni continuano a essere disattese. Tanto da valutare l’ipotesi di rivolgersi all’autorità giudiziaria.
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