Subito dopo la conferenza stampa dei carabinieri, dopo una mattina passata di fronte a quotidiani e telegiornali, i parenti più stretti di Maria Grazia Pezzoli si sono ritrovati: la sorella Daniela, il fratello Eugenio, lo zio Franco Mosconi, con la moglie Giannina. Sanno che un operaio senegalese è finito in carcere, accusato di essere l’omicida, accusato di aver compiuto il massacro del 24 luglio con trenta coltellate, in pieno giorno. E i due zii parlano chiaro, all’unisono: “Sembra ci siano prove scientifiche, e confidiamo nel lavoro dei carabinieri e della giustizia. Però siamo un po’ sbigottiti, ancora increduli, questa verità va ancora elaborata. Per ora restiamo nel nostro dolore, tutti insieme”.
Settimana prossima i due zii avranno un incontro con i carabinieri: “I giornali fanno presto a dire che questa è la verità e che dobbiamo mettere fine a tutto. Ma noi aspettiamo i prossimi incontri con i carabinieri e con il magistrato. Crediamo ci debbano essere altri riscontri”. Che tipo di riscontri? Gli zii, i parenti, aspettano di parlare con gli investigatori. (nella foto sopra gli zii della vittima durante un confronto con il capitano dei carabinieri Giovanni Mura e il sostituto procuratore Carmen Pugliese)
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