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Svolta nel giallo bergamasco

Omicidio di Vertova, in carcere il presunto colpevole fotogallery

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Maria Grazia Pezzoli, la donna di 45 anni uccisa a coltellate il 24 luglio scorso nella sua abitazione di Vertova. I carabinieri hanno trasferito in carcere il presunto colpevole. Si tratta di Al?? Ndiogou, senegalese di 40 anni gi?? dipendente del marito della vittima.

La soluzione del giallo era già stata abbozzata da quelle prime voci circolate dopo la scoperta del cadavere di Maria Grazia Pezzoli, il 24 luglio scorso: problemi di soldi, questo il possibile movente nell’ambito dei rapporti di lavoro tra alcuni dipendenti e l’azienda intestata alla vittima e al marito Giuseppe Bernini.
Il primo fermo indiziario, scattato alle 20,30 del 29 agosto, 36 giorni dopo l’omicidio, conferma: in carcere è finito Alì Ndiogou, 40 anni, senegalese domiciliato a Gandino (residenza ufficiale a Leffe). Aveva lavorato per Giuseppe Bernini fino a marzo 2006, per sette anni filati. E poco prima che il rapporto di dipendenza venisse interrotto Ndiogou aveva subito un infortunio sul lavoro, dopo il quale erano nati dissidi non certo indifferenti con i titolari dell’azienda.
Il senegalese aveva anche fatto causa a Giuseppe Bernini, non è ancora chiaro se come titolare della ValCop di Vertova o di altra azienda. Un’udienza della causa si sarebbe tenuta a ottobre. Ma secondo gli inquirenti (nella foto il sostituto procuratore Carmen Pugliese e un carabiniere in borghese) l’immigrato ha agito d’impeto il 24 luglio, senza attendere soluzioni in tribunale, perchè da tempo attendeva dei soldi da Bernini e dalla moglie.
Dopo il 24 luglio lo stesso Alì Ndiogou era stato ascoltato dai carabinieri ed era stato sottoposto ad un prelievo di saliva. Il dna di quel tampone corrisponderebbe (tutto va ancora confermato da parte dell’Arma e della magistratura) alle quattro tracce di sangue trovate sul marciapiede fuori dall’abitazione, vicino alla finestra con il vetro rotto dall’assassino, che si era tagliato. Oggi alle 10,30 i carabinieri e il pubblico ministero Carmen Pugliese terranno una conferenza stampa.

29 agosto 2008, la diretta

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Maria Grazia Pezzoli, la donna di 45 anni uccisa a coltellate il 24 luglio scorso nella sua abitazione di Vertova. Alle 11,30 circa i carabinieri hanno fermato il presunto colpevole. Si tratta di un senegalese le cui generalità non sono ancora state rese note. L’uomo sta per essere accompagnato al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo dove è presente anche il pm Carmen Pugliese che ha condotto le indagini. A breve è prevista una conferenza stampa.

14.10
Un senegalese
risulta sottoposto a fermo, mentre un connazionale è sotto interrogatorio nella sede provinciale dei carabinieri senza che al momento nei suoi confronti siano stati presi provvedimenti. Il pubblico ministero Carmen Pugliese ai cronisti non ha voluto dire nulla, smentendo anche il fermo dell’immigrato. Ancora sconosciuto il movente.

14.30
I due senegalesi, uno dei quali fermato e l’altro per cui sono in corso accertamenti, risultano essere entrambi di Gandino. Intanto al comando dei carabinieri di via della Valli, letteralmente "assediato" dai giornalisti, i cronisti sono stati fermamente invitati a uscire. Anche perché è in corso un vertice tra il magistrato, il pm Carmen Pugliese, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Roberto Tortorella, il comandante di Clusone, maggiore Giovanni Naselli, e i carabinieri della Scientifica. Qualcosa in più, annunciano i carabinieri, si potrà sapere intorno alle 17.

15.25
Il pubblico ministero Carmen Pugliese esce dal comando provinciale dei carabinieri per una breve pausa tra un interrogatorio e l’altro. I giornalisti in attesa cercano di avere notizie sugli sviluppi dell’indagine, ma il magistrato allarga le braccia: "Per ora non posso dirvi niente". Il tempo di bere un caffè e rientra al lavoro.

16.25
Da indiscrezioni trapela che fondamentali sono state nell’ambito delle indagini le tracce di sangue rilevate fuori dalla finestra trovata rotta nell’abitazione di Vertova luogo del delitto, tracce confrontate poi con i tamponi di saliva prelevati a cento persone nei giorni successivi all’omicidio.

17.05
Il comandante provinciale dei carabinieri Tortorella rilascia una breve dichiarazione alla stampa per cercare di ridimensionare le attese di una rapida soluzione del caso: "C’è una persona sospettata sulla quale stiamo svolgendo accertamenti unitamente alla magistratura". Non una parola di più

17.15
Il parlamentare della Lega Nord Giacomo Stucchi esprime compiacimento per gli ultimi sviluppi delle indagini. "Sono veramente soddisfatto dell’ottimo lavoro svolto dai carabinieri di Bergamo, che hanno anche arrestato l’egiziano ritenuto responsabile dell’omicidio di due suoi connazionali, risalente a circa un anno fa".

17.45
Mentre il summit è ancora in corso emerge che esistono indizi concreti che portano a sospettare di un senegalese, lo stesso portato in caserma e interrogato. Indizi concreti sì, ma manca un riscontro oggettivo, sollecitato dai carabinieri e dal magistrato: potrebbe trattarsi di una traccia rilevata dal Ris oppure di un tabulato relativo alle intercettazioni telefoniche. Questo riscontro porterebbe alla chiusura del cerchio ed è quanto si sta attendendo con ansia in queste ore. Si pensa che entro la serata o al più in nottata la risposta arriverà.

19.45
Dopo sei ore gli inquirenti sono ancora chiusi in conclave mentre fuori dalla caserma i cronisti attendono qualche segnale di novità. Novità che non arrivano in quanto nessuno esce e nessuno entra nella stanza in cui è in corso il vertice. 

20.00

Emergono ulteriori particolari sulle generalità del senegalese interrogato oggi dagli inquirenti: Alì Ndiogou, 40enne, residente a Gandino, fino al 2006 dipendente di Giuseppe Bernini, marito della vittima. Il senegalese ha lavorato alle dipendenze di Bernini per almeno 7 anni nel corso dei quali non sono mancati problemi con il titolare per questioni di soldi e per il riconoscimento di un infortunio sul lavoro, tanto che lo stesso operaio aveva fatto causa a Bernini per alcuni pagamenti mancati.
I carabinieri hanno annunciato che oggi alle 10.30 si terrà una conferenza stampa.
L’altro senegalese ancora in carcere sarebbe estraneo ai fatti: ospitava Ndiogou in un appartamento di Gandino.

20.30
Alì Ndiogou
è stato trasferito in carcere e sottoposto a fermo. Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi: è lui l’assassino di Maria Grazia Pezzoli.

 

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