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Fermo

“Salvate da noi, avessimo aspettato i soccorsi non so cosa sarebbe successo”

Amedeo Pozzi, padre e zio delle due cuginette tratte in salvo a Lido San Tommaso, racconta i momenti di paura e le operazioni di salvataggio delle piccole

È ancora molto spaventato Amedeo Pozzi, il padre di una delle due ragazzine che hanno rischiato di annegare a Lido San Tommaso a Fermo. A due giorni da quei concitati momenti, a mente fredda, il racconto è circostanziato e non fa sconti ai soccorsi, a detta del genitore non così efficienti come comparso sulle pagine dei giornali locali marchigiani. La famiglia Pozzi, di Sumirago, è in vacanza al Lido Tre Archi in provincia di Fermo, con la figlia Stefania di 14 anni e la sua cuginetta Anna Valle di Lonate Ceppino, tredicenne: una vacanza tranquilla e serena, per la prima volta nelle Marche, almeno fino alla tragedia sfiorata.

 

«Ero in spiaggia a prendere il sole con mia moglie. Stefania e Anna erano in acqua, ma il mare era agitato e le ho richiamate a riva – spiega Pozzi -. Il tempo di vederle avvicinarsi a riva, di rigirarmi e tornare a guardare il mare, e loro non c’erano più. Il mare le ha trascinate al largo, verso gli scogli. Da riva ho cominciato a gridare, ho provato ad uscire col pattino e con un gommone, ma le onde mi hanno spinto indietro. Ho chiamato la Guardia Costiera, ma mi hanno snobbato: gli unici ad arrivare tempestivamente sono stati gli uomini del 118, mentre i vigili del fuoco sono arrivati solo quando tutto era fortunatamente finito». Il racconto dei momenti del salvataggio è concitato e traspare l’emozione e la paura che tutto potesse finire male: «Lorenzo, un ragazzino di 14 anni, si è buttato in acqua portando in salvo Stefania su uno scoglio. Il bagnino invece ha raggiunto Anna, trascinandola su un’altra roccia – racconta Pozzi -. In sei o sette abbiamo poi legato un salvagente, lo abbiamo lanciato e le ragazze a turno si sono aggrappate e siamo riusciti a portarle a riva. Io ho avuto paura: Stefania non sa nuotare, non so neppure come abbia fatto a resistere così a lungo a galla. In più sentivo su di me anche la responsabilità di mia nipote, ma non potevo fare nulla, gettarsi nel mare per me era impossibile, sarei solo finito sotto anche io. Meno male che c’erano Lorenzo, il bagnino e gli altri coraggiosi che dalla spiaggia non hanno perso tempo: se avessimo dovuto aspettare i soccorsi “ufficiali” non so cosa sarebbe stato delle due ragazze, di gommoni non ne abbiamo vista nemmeno l’ombra e la barca della Guardia Costiera è arrivata che eravamo già in pronto soccorso».

 

Anna e Stefania hanno riportato un po’ di escoriazioni, subite salendo sugli scogli. La paura è stata tanta, ma stanno recuperando lo spirito, pronte a vivere gli ultimi giorni di vacanza alla grande: «Torneremo a Varese il 16 agosto – chiosa Pozzi -. Fortunatamente è andato tutto bene: le due ragazze non sono ancora tornate in acqua, ma più per le bruciature che per la paura». Una brutta avventura che si può fortunatamente raccontare senza lacrime o eccessivi patemi.

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