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Omicidio di vertova

I Ris inviano reperti a Parma Stop al sequestro dell’abitazione

Si ?? concluso attorno alle 13 il terzo sopralluogo dei Ris di Parma nell'abitazione di via Cinque Martiri 65, a Vertova, dove il 24 luglio era stata uccisa Maria Grazia Pezzoli. Ed ?? anche terminato tutto il lavoro degli inquirenti nella stessa casa, che domani sar?? dissequestrata. Un rotolo di scottex, alcuni scatoloni e una panca in legno sono stati inviati a Parma per essere ulteriormente analizzati. Almeno 50 le impronte trovate.

Lo dice chiaro un capitano del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, dopo aver ultimato il terzo sopralluogo in sei giorni nell’abitazione dove è stata uccisa a coltellate Maria Grazia Pezzoli, imprenditrice di 45 anni: “Qui non siamo nei film. Dopo aver repertato impronte e altre tracce il caso non si risolve in mezz’ora. Ci vogliono ore e giorni di lavoro per dare un senso a tutte le tracce trovate, consapevoli che poi, nel caso in cui diventassero prove, dovranno reggere tre gradi di giudizio. Non è uno scherzo”. E’ la realtà del giallo di Vertova, dove ieri i Ris hanno terminato tutti i sopralluoghi e dove oggi l’abitazione di via Cinque Martiri 65 sarà dissequestrata e tornerà quindi nella disponibilità di Giuseppe Bernini, marito della vittima.
Il lavoro degli investigatori sulla scena del delitto è quindi terminato. Il caso resta intricato e le indagini tradizionali (basate sui primi sopralluoghi e su decine di interrogatori) hanno portato gli inquirenti ad avere sospetti concreti, ma non ad aprire il registro degli indagati. Le “ore e i giorni” di lavoro dei Ris diventano a questo punto fondamentali, soprattutto per trovare un riscontro tra qualsiasi traccia biologica individuata in via Cinque Martiri e i cento prelievi di saliva effettuati dai carabinieri alle persone ascoltate.
Il sopralluogo di questa mattina (dopo i due effettuati il 6 agosto) è iniziato attorno alle 9,30 per concludersi alle 13. Sul posto, a fianco dei militari in tuta bianca, anche il pubblico ministero Carmen Pugliese, che coordina le indagini. Oltre ai locali al piano terra della casa, dove Maria Grazia Pezzoli è stata uccisa, i Ris hanno messo sotto la lente anche la cucina e il balcone della stessa al primo piano.
Per quasi quattro ore è andato in scena nuovamente un uso massiccio di polveri speciali, per individuare tracce che ad occhio nudo non si vedrebbero. E attorno alle 13 un furgone dei carabinieri di Bergamo è partito alla volta di Parma con un carico di reperti che dovranno essere analizzati: un rotolo di carta scottex quasi completamente imbevuto di sangue, alcuni scatoloni probabilmente toccati dalla vittima o dall’assassino durante la colluttazione nel retro dello studio, una panca in legno (nella prima foto) sulla quale erano state fatte risaltare diverse impronte; e altri oggetti trovati al piano terra della casa. Un pezzo del rotolo di scottex potrebbe essere stato utilizzato dall’assassino per coprire la bocca della vittima, durante l’aggressione, ma anche per tamponare una ferita che lo stesso si era procurato.
Durante tutto il sopralluogo Giuseppe Bernini, 52 anni, marito di Maria Grazia Pezzoli, è stato sul posto, tenendosi ad una ventina di metri di distanza dall’ingresso di casa, sostenuto dal suo avvocato. Bernini è apparso provato e non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Per alcuni minuti ha accompagnato due carabinieri (nella foto a fianco) nel cortile dell’azienda ValCop, dietro l’abitazione. Solo attorno alle 13 il suo avvocato ha ricevuto la notizia del dissequestro dell’abitazione, che avverrà domani mattina.
Alle 13,30 lungo via Cinque Martiri non si poteva non notare un andirivieni di auto. Poco più a monte del civico 65 ci sono altre aziende e c’è anche una zona in cui il torrente Valle Vertova attrae giovani e qualche turista. Proprio a quell’ora una donna del posto, iper truccata e con il figlio al seguito, si è avvicinata al sostituto procuratore Pugliese, e ha affermato: “E’ davvero strano che tra le 13,30 e le 14 del 24 luglio nessuno abbia notato nulla di strano. Io non ho visto niente, ma non credo assolutamente che non ci siano stati altri testimoni”. Un tasto, quello di eventuali testimoni, sul quale insistono anche gli inquirenti. Ma nessuno, fino ad ora, si è fatto avanti spontaneamente, nemmeno in forma anonima. La donna che oggi ha voluto raccontare qualcosa a Carmen Pugliese, è una vicina di casa di Bernini e moglie di un imprenditore che è già stato ascoltato dai carabinieri.
Oggi è stata effettuata anche l’autopsia sul cadavere di Dame Niang, l’operaio 37enne dipendente della ValCop di Bernini morto a Trebaseleghe il 6 agosto, proprio il giorno dei primi due sopralluoghi dei Ris. L’operaio viveva a Ponte Nossa ed era stato ascoltato dai carabinieri di Bergamo nell’ambito delle indagini sull’omicidio. Secondo la magistratura padovana la sua scomparsa sarebbe dovuta esclusivamente ad un incidente sul lavoro e all’assenza parziale di misure di sicurezza nel cantiere dove l’uomo stava lavorando.

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