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Morti bianche

Castelli: infortuni, cifre gonfiate. Il sindacato: dove vuole arrivare?

Dalla attivissima Bergamo repliche a muso duro alle dichiarazioni del sottosegretario leghista. Gigi Petteni, Cisl: un colpo di sole. Martino Signori, Cgil: forse il Governo vuol cambiare Testo unico, nuovo ed efficace. Bruno Pesenti, Asl: troppe le vittime, si possono evitare

Il sottosegretario Roberto Castelli attacca, i sindacalisti di Bergamo rispondono. A muso duro. E non solo loro. Non piace proprio a chi si occupa giorno dopo giorno sul territorio dei problemi che sorgono dentro le ditte e fuori di esse, l’intervento a gamba tesa del leghista, "quasi" bergamasco, che tenta di smentire l’allarme dell’Istat sul’emergenza infortuni sul lavoro dichiarando che le cifre sulle morti bianche sono gonfiate, che questi numeri comprendono anche le morti in itinere, cioè quelle che avvengono durante il viaggio da e per la ditta e sono cifre manipolate per far ottenere risarcimenti assicurativi alle famiglie.
Dapprima sorpresi, poi decisamente arrabbiati, gli esponenti sindacali temono che l’ex ministro si sia preso un colpo di solleone. "Perchè si parla di argomenti delicatissimi come questo in pieno agosto, quando si è stanchi oppure dopo essere stati per ore sotto il sole? – si chiede e chiede Gigi Petteni, segretario della Cisl – I morti sul lavoro sono la vera emergenza italiana, da cui la Bergamasca non è immune. E sono emergenza perché troppo spesso i pericoli sono dentro il sistema della produzione. Lo dimostra il fatto che chi, come l’Italcementi, si impegna seriamente nella lotta contro gli incidenti ottiene dei risultati davvero positivi".
Gli fa eco un Martino Signori, della segreteria Cgil, dai toni preoccupati: "Non vorrei che Castelli stia mettendo le mani avanti pensando di modificare il Testo unico sulla sicurezza approvato di recente. Una raccolta di norme che finalmente va a insistere sul tema della sicurezza, eliminando le sanzioni per le questioni burocratiche e acuendo invece le multe in merito alla pericolosità dei cantieri e delle fabbriche. Gli imprenditori si sono lamentati dichiarando che le sanzioni sono troppe e mi sa che il Governo ora vuole andar loro incontro riducendole. L’uscita di Roberto Castelli potrebbe essere un primo messaggio che indica la volontà di fare retromarcia. Un  messaggio decisamente negativo".
Anche dall’Asl invitano a non abbassare la guardia. Bruno Pesenti, il responsabile del dipartimento prevenzione, spiega che, se è vero che il 50-55 per cento degli infortuni avviene per strada, è anche vero che in Lombardia sono un centinaio in media all’anno i morti proprio dentro le ditte o sui campi o nei cantieri. "Quest’anno in Bergamasca sono stati un paio. Ma a me sembrano davvero ancora troppi. e sa perché? Perchè la stragrande maggioranza di queste vittime poteva essere evitata con poco impegno e poca spesa".

 

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