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Politica

Tasse locali: Bergamo 19esima con una media di 1.772 euro a testa

E’ di 1.772 euro a testa la pressione tributaria media per abitante a Bergamo. La città del Colleoni si situa al 19° posto in Italia, molto al di sopra della media nazionale che sfiora i 1.500 euro a testa, tanto quanto lo stipendio di un impiegato d'alto livello

E’ di 1.772 euro a testa la pressione tributaria media per abitante a Bergamo. La città del Colleoni si situa al 19° posto in Italia, preceduta da Milano, che è prima con 2.016 euro e poi da, in ordine, Pavia (seconda), Roma, Bologna, Torino, Mantova, Rieti, Como, Pisa, Novara, Sondrio, Viterbo, Lecco, Cremona, Biella, Vercelli, Cuneo e Lodi (in neretto le città lombarde). Una posizione che colloca Bergamo molto al di sopra comunque della media nazionale che sfiora i 1.500 euro a testa, tanto quanto lo stipendio di un impiegato d’alto livello. I calcoli sono stati fatti dall’ufficio studi dell’Associazione artigiani (Cgia) di Mestre, che appunto mette Milano al top per la tassazione locale. A Enna, invece, si trova la media più bassa, con soli 647 euro.
La Cgia di Mestre ha dunque analizzato il peso sul portafoglio degli italiani delle tasse locali. Un dato inteso come rapporto tra la sommatoria delle entrate tributarie versate al Comune, alla Provincia e alla Regione e la popolazione residente. La quota di 1.772 euro deriva dalla somma delle varie tassazioni: la pressione comunale è di 592 euro (sempre in media per abitante); quella provinciale di 82; quella regionale di 1.098. Lo scostamento, dal 2005 è abbastanza rilevante: più 42 per cento, anche se ci sono città che hanno avuto un incremento del 200 e oltre per cento.  
Sono imposte che ciascun ente locale applica per legge ai propri residenti. I Comuni hanno come principale fonte di gettito l’Ici, l’addizionale comunale Irpef e la tariffa per l’asporto dei rifiuti urbani; la Province l’imposta sulla Rc auto, l’addizionale sulla bolletta dell’Enel e nell’imposta di trascrizione; le Regioni l’Irap, la compartecipazione dell’Iva, l’addizionale regionale sull’Irpef e la compartecipazione sulle accise della benzina. La media nazionale delle tasse locali procapite è esattamente di 1.469 euro. A fare la parte del leone nella quota di esborsi dei contribuenti, secondo la Cgia, sono i tributi regionali che incidono sul totale per il 55,8%; seguiti da quelli comunali (38,5%) e da quelli provinciali (5,6%).
La classifica dell’associazione artigiani mestrina evidenzia come Centro e Nord abbiano le cifre più alte di pressione tributaria del Paese. E così, vicini al podio dei più oberati da tasse e tributi, sono i comuni di Torino, con una pressione 1.893 euro procapite, Mantova e Rieti (1.874), Como (1.873), Pisa (1.861), Novara (1.858), Sondrio (1.845).
«È chiaro – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cia di Mestre – che la lettura dei risultati di questa analisi deve considerare il fatto che dove si pagano maggiori tasse, almeno in linea teorica, i livelli sia quantitativi sia qualitativi dei servizi sono migliori. Inoltre, le tasse sono più alte dove i livelli di reddito sono più elevati». «Ma c’è di più. L’indicatore che abbiamo preso come parametro di riferimento, ovvero il pro capite – prosegue -, è un buon riferimento che rischia, però, di penalizzare il risultato di quei Comuni che hanno un numero di residenti relativamente basso. Infine, non va dimenticato che la tassazione regionale, che incide per oltre il 55% del totale, in buona parte è dovuta all’Irap, una imposta pagata dalle aziende e dai lavoratori autonomi e non dai cittadini».

 

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