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Provincia

Morti nello schianto di GazzanigaPremolo ricorda i due amici dell’oratorio

I volti di Premolo sono cupi. Tutti in silenzio, tutti con il pensiero rivolto all’incidente del 22 luglio sulla provinciale e, quando possibile, con lo sguardo che punta a quelle due case tristi di via Botta 21 e di via Ranica 57: lì vivevano, rispettivamente, Mauro Bana, di 19 anni, studente, e Pietro Rota (foto all'interno), 18 anni, muratore in paese: morti entrambi nello scontro a Gazzaniga. Grave un altro amico e un 36enne di Vertova coinvolto nell'incidente.


(il primo da sinistra è Mauro Bana, il primo da destra Pietro Rota)

La cronaca

I volti di Premolo sono cupi, oggi. Contrastano a pieno con una giornata dal cielo terso che incornicia meglio del solito questo paesello verde di poche anime che guarda dall’alto la media Valle Seriana. Tutti in silenzio, tutti con il pensiero rivolto all’incidente di ieri sera sulla provinciale e, quando possibile, con lo sguardo che punta a quelle due case tristi di via Botta 21 e di via Ranica 57. Lì vivevano, rispettivamente, Mauro Bana, di 19 anni, studente, e Pietro Rota, 18 anni, muratore in paese: sono morti entrambi nell’incidente a Gazzaniga, ieri sera (22 luglio). Una vita insieme, basta andare in oratorio per sentire il racconto di tanti ragazzi. Attorno alle 15 ci sono almeno cinque o sei giovanissimi, con due operatrici dell’oratorio più grandi: sono raccolti attorno al parroco don Luca Guerinoni, tutti sono già stati al lutto di Mauro e Pietro, e stanno partendo per Bergamo per raggiungere gli Ospedali Riuniti e capire come sta il terzo amico ferito in modo grave: è il giovanissimo Tomaso, 15 anni, in coma farmacologico.
Mauro Bana e Pietro Rota avevano sempre frequentato l’oratorio e i centri ricreativi estivi, ogni anno (nella foto il mazzo di fiori lasciato dagli amici sul luogo dell’incidente). “Da qualche tempo avevano anche deciso di fare gli animatori, come stava accadendo quest’anno – spiega il parroco -. Mauro era anche un catechista. Erano due ragazzi come gli altri, che crescevano bene in questo bel paese”. Mauro Bana a giugno si era diplomato all’Itis di Clusone. Pietro non andava più a scuola e lavorava come carpentiere in un’azienda di Premolo. Avrebbe voluto trovare un lavoro più edificante, “per viaggiare un po’ di più”, diceva agli amici. “Proprio così – ricorda Antonio, uno del gruppo, di soli 17 anni -. Aveva scelto di non andare a scuola ma si rendeva conto che nella vita avrebbe potuto girare di più il mondo, ed era quello che voleva fare. Una tristezza unica”.
Lo spazio coperto dell’oratorio, dove ogni sera si tengono le attività del Cre (tuttora in corso) è buio, vuoto: banchi ripiegati su sé stessi, sedie spostate, aria da festa che non c’è più, silenzio del giorno dopo. Un silenzio rotto solo dal singhiozzo di una ragazzina che in un primo momento non si vede, perché sta seduta sotto un muretto con le braccia incrociate sulle ginocchia e la fronte appoggiata stancamente. Piange, poi a poco a poco inizia a raccontare: “Ieri era stata una serata come tante altre. Fino alle nove, circa, Mauro, Pietro e gli altri tre nostri amici erano partiti per andare ad Albino, al bowling, lo facevano spesso. Da quando aveva la patente Pietro portava in giro molti di noi. Quando stamattina mi sono svegliata e mi hanno detto cos’era successo davvero non ci credevo”.
Il primo ad avere la notizia, in Paese, è stato il parroco don Guerinoni, svegliato dai carabinieri attorno alle 2,30. Naturalmente, poco prima, erano stati informati i familiari di Mauro e Pietro. Mauro Bana era figlio unico, ha lasciato i genitori Cesare e Laura. Pietro se n’è andato lasciando i genitori Emilio e Angela, i fratelli Matteo, 22 anni, Enrico e Mauro, di 11 e 3 anni. I funerali saranno celebrati venerdì alle 15, partendo dalle due abitazioni e arrivando alla parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo.

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