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Rustico: i giovani sono vittima di pregiudizi

"Io c'ero e mi sono divertito tantissimo". Tra le centinaia di persone che ieri hanno apprezzato i ritmi in levare del Bergamo reggae sunfest c'era anche l'assessore alle Politiche giovanili Fabio Rustico, che ha avuto modo di confrontarsi con i ragazzi e anche con i residenti della zona. "Ho spiegato loro che l'apertura di questo parco è un'occasione per tutti, dai bambini più piccoli fino agli anziani".

"Io c’ero e mi sono divertito tantissimo". Tra le centinaia di persone che ieri hanno apprezzato i ritmi in levare del Bergamo reggae sunfest c’era anche l’assessore alle Politiche giovanili Fabio Rustico, che ha avuto modo di confrontarsi con i ragazzi e anche con i residenti della zona. 
Assessore, com’è andata la serata?
Posso dire che ad un certo punto non sembrava nemmeno di essere a Bergamo. Era una situazione bellissima, con un clima di fratellanza che non si respira tutte le sere nella nostra città. I timori di qualcuno si sono rivelati infondati.
Eppure l’apertura serale del nuovo parco sta facendo parecchio discutere. Cosa ne pensa delle proteste dei residenti?
Bisognerebbe prendere tutti quelli che stanno fuori dal parco ed accompagnarli dai ragazzi. Io ieri sera ho parlato con acuni abitanti della zona. Ho spiegato loro che l’apertura di questo parco è un’occasione per tutti, dai bambini più piccoli fino agli anziani. Spesso i giovani, soprattutto a Bergamo, sono vittima dei pregiudizi. Sono convinto che solo con il confronto si possono superare gli ostacoli che ci separano dalle nuove generazioni. Sono i nostri figli, lasciamo divertire. Vorrei citare un pensiero di don Mazzi: Non possiamo illuderci di negare l’esistenza della vita notturna, significherebbe non essere sinceri. 
La città, l’ha detto lei, è restìa al confronto con le realtà giovanili. Ma vale solo per Bergamo oppure è un problema italiano?
La nostra città è molto diversa dalle altre. Non vorrei fare gli esempi delle città del sud dove ti tirano la giacchetta perchè vogliono che organizzi un concerto sotto casa per fare festa, ma basta guardare ai nostri vicini per capire quanto Bergamo è differente. Città come Brescia o Verona sono un passo avanti. Basterebbe così poco.
Ad esempio?
Quando i nostri ragazzi tornano da Barcellona o da Siviglia sembra loro di essere stati chissà dove. Ma in fondo il bello di queste città non è tanto negli eventi o nei concerti che vengono organizzati. Lì cambia solo il modo di relazionarsi, di vivere la città. I bergamaschi hanno una fatica fisiologica a vivere la strada, i quartieri.
Secondo lei l’amministrazione Bruni cosa ha fatto per i giovani in quattro anni?
E’ stato un processo lungo, anzora in evoluzione, ma ritengo che siano stati fatti passi da gigante. In questi anni a mio avviso si sta riscoprendo l’estate. Non mi riferisco solo ai grandi concerti, ma soprattutto alle iniziative organizzate ogni week end.
E pensare che l’assessorato alle politiche giovanili è considerato l’ultima ruota del carro, una bella poltrona comoda. Invece le risorse diminuiscono, le esigenze sono aumentano e si hanno sempre gli occhi puntati addosso.
Ripeto, la parte più difficile è il confronto. Convincere la città che la sfida è il confronto tra le nuove generazioni, gli stranieri e il turismo non è un messaggio facile da trasmettere. Non si possono solo riconoscere spazi alla realtà imprenditoriale, ai bambini piccoli e agli anziani. Ignorare i giovani è l’errore più grande che si possa fare. E’ in questo senso che a Bergamo bisogna lavorare molto.

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