Le chiusure per ferie delle aziende metalmeccaniche bergamasche scarseggiano o comunque sono ridimensionate rispetto a qualche anno fa? Per il presidente dei metalmeccanici di Confindustria Carlo Mazzoleni i motivi sono più d’uno, anche se tra questi non c’è l’atteso segnale di ripresa.
Non ci troviamo di fronte a un buon indicatore che scongiura le possibilità di crisi?
"Direi di no. L’andamento del settore metalmeccanico è ancora sottotono rispetto all’anno scorso, anche se la buona performance delle esportazioni frena il rallentamento, un rallentamento che, osservando i segnali che arrivano dalle auto, dagli elettrodomestici, ma anche dal meccanotessile, temo si acuirà nel corso dell’anno".
Nonostante questo momento difficile però non sono poche le ditte della provincia bergamasca che restano aperte per ferie: perché allora?
"Per due motivi almeno. Per prima cosa le aziende tendono a ottimizzare lo sfruttamento degli impianti e quindi cercano di lavorare a ciclo continuo. A meno che non debbano effettuare interventi di manutenzione, come è il caso della Tenaris, che va benissimo, ma che si ferma per alcune settimane appunto per intervenire sui macchinari".
E l’altro motivo qual è?
"Lavorando molto con l’estero non possiamo permetterci di fermarci mentre il resto del mondo continua a lavorare. Una volta l’Italia si bloccava ad agosto, tutta, e quindi anche la produzione poteva chiudere i battenti. Oggi le nostre fabbriche non producono solo per gli italiani, anzi ricevono ordini soprattutto per altri Paesi che, magari anche per questioni geografiche, ad agosto non cambiano marcia e continuano a chiedere prodotti".
Richieste che non si possono posticipare soprattutto in momenti di difficoltà. E’ così?
"E’ chiaro: chi se lo può permettere di non assecondare la domanda? Ecco perché le fabbriche metalmeccaniche chiudono poco. Magari fosse perché hanno un sacco di lavoro!"
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